19/10/2023 - Pnrr, rimborsi lumaca ai comuni
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Sono 800 circa i comuni in attesa di ricevere il rimborso di spese anticipate su interventi Pnrr. Il dato è fornito da Uncem e, a quanto ci risulta, è il frutto della prima ricognizione operata per testare il (non) funzionamento del circuito finanziario del Piano.
Mentre il Governo si esercita in ipotesi di rimodulazione, l’attuazione concreta del Pnrr rischia di incagliarsi proprio sul piano della liquidità. È evidente, infatti – e lo è stato fin da subito – che per rispettare le scadenze strettissime imposte dall’Europa la velocità di spesa debba essere decisamente superiore a quella standard. E per centrare questo obiettivo, considerata anche la dimensione degli investimenti in gioco, non è pensabile scaricare il peso della gestione di cassa unicamente sui soggetti attuatori. I
Invece, il circuito finanziario è stato costruito esattamente in questo modo: l’art. 2 del dm 11 ottobre 2021 ha previsto solo l’erogazione di un anticipo pari al 10% del finanziamento (quindi quasi sempre insufficiente), mentre le quote successive sono erogate a rimborso, man mano che gli attuatori rendicontano.
Ma è evidente che un sistema di questo tipo si regge solo se il meccanismo rendicontativo è alimentato tempestivamente sia dal basso che dall’alto. Non a caso, la circolare Rgs 19/2023 ha stabilito che le amministrazioni centrali dovrebbero esaminare i rendiconti entro 15 giorni e, se la documentazione è corretta e completa, pagare entro i successivi 10 giorni lavorativi. In pratica, le tranche successive di finanziamento dovrebbero arrivare nelle casse dei soggetti attuatori entro meno di un mese.
Ma i primi dati restituiscono un’istantanea diversa e purtroppo più simile all’immagine tipica della Pa italiana, che cerca (e non sempre ci riesce) di pagare velocemente le fatture, ma ha tempi biblici quanto si tratta di contributi.
Intanto, anche il tentativo di agire a monte, ovvero sugli anticipi, aumentandone la consistenza, è finora naufragato di fronte all’inerzia dei Ministeri, che rispondono con la stessa flemma con la quale esaminano le rendicontazioni.
Il risultato rischia di essere disastroso ed il paradosso è che le risorse, almeno sulla carta, ci sono. Il che non stupisce visto che spesso i ritardi nei pagamenti dipendono non da carenza di liquidità, ma da semplice disorganizzazione.