06/04/2023 - Nei comuni servono gli ingegneri. Ma anche vigili, sportellisti, assistenti sociali, amministrativi e molto altro.
Nell’intervista al Corriere della Sera del 6.6.2023 “«Pensionamenti e anni di austerità, i Comuni sono a corto di tecnici competenti» Altomonte (Bocconi): assumere giovani”
il professor Altomonte espone un’osservazione che ormai (ma con fin troppo ritardo) è accezione consolidata: “Gli anni di austerità hanno depauperato i Comuni di competenze”.
Non sono solo i comuni a subire l’invecchiamento del personale, l’obsolescenza delle competenze in gioco e la riduzione insostenibile delle forze lavorative, per altro rispetto a carichi operativi, adempimentali ed attuativi sempre crescenti, a causa dell’alluvionale produzione normativa.
Se la diagnosi è corretta e condivisibile, la terapia, tuttavia, continua ad essere molto discutibile e problematica.
Il prof. Altomonte osserva, condivisibilmente, che risulti difficile per un tecnico che lavora a scavalco tra più enti realizzare in tempi accettabili progetti ben fatti e seguiti a regola d’arte. E, purtroppo, è da aggiungere, il risultato ed i tempi di realizzazione delle opere pubbliche non sono da collegare a quanto si sta ad affidare i lavori: il tema dell’affidamento diretto è totalmente fuorviante. Il d.lgs 36/2023 rende ordinare procedure emergenziali a totale discapito di trasparenza e concorrenza, per una frazione di tempo pari al 12%, un ottavo del totale. Gli intoppi, quelli veri, quelli lunghi, sono nella fase della progettazione, tra autorizzazioni varie ed operazioni tecniche; nonchè nella fase di esecuzione. Se un progetto è realizzato male, con prezzi vecchi, con riferimenti ai contratti collettivi erronei, con quadri economici sommari, l’affidamento si ferma a causa dei ricorsi o l’esecuzione viene funestata da riserve e necessità di varianti.
Per questo, afferma ancora una volta condivisibilmente Altomonte, è incongruo pensare di poter assumere ingegneri e tecnici in tutte le stazioni appaltanti, con stipendi da 30.000 euro lordi l’anno, del tutto non competitivi col mercato privato.
Ma, poi, il prof. aggiunge: “Mi chiedo, perché se vanno in pensione due vigili urbani si richiamano altri due vigili urbani invece di chiamare un tecnico qualificato?”.
Ecco: sono queste le domande che portano verso soluzioni totalmente erronee e fuorvianti, che poi, se attuate, riaprono il ciclo infinito della sottodotazione.
I comuni non fanno solo progetti per realizzare opere pubbliche. I comuni sono enti caricati di una quantità praticamente indefinibile di competenze e funzioni e quella della polizia locale è una tra quelle fondamentali. E spesso, visto che lo Stato ha anche lesinato sulle assunzioni di Polizia e Carabinieri, la polizia locale è chiamata a coadiuvare, se non supplire, alle carenze di personale delle forze dell’ordine statali, oltre a dover continuare a svolgere tutte le estesissime competenze proprie.
Pensare che la riqualificazione delle competenze sia possibile riducendo personale di un certo tipo a beneficio di tecnici qualificati è semplicemente disfunzionale. E’ come immaginare che per rivitalizzare la funzionalità dei pronto soccorsi e dei reparti occorra sostituire operatori socio sanitari con medici. Invece, occorrono entrambi.
Nei comuni occorrono ingegneri; ma sono necessari anche vigili urbani e tanti; e sono necessari assistenti sociali, operai per le manutenzioni, contabili per le attività della complicatissima gestione finanziaria e dei tributi, tecnici addetti anche all’edilizia privata, all’urbanistica agli interventi di salvaguardia del territorio, operatori esperti nelle procedure per l’avvio delle attività commerciali, addetti ai servizi demografici, e tanti, tanti, tantissimi, amministrativi per curare gli aspetti, appunto amministrativi, per assicurare il funzionamento degli organi di governo, la trasparenza, la privacy, la contrattualistica, la programmazione, il contenzioso, la gestione del personale, i rapporti convenzionali con terzi, tenendo dietro alle migliaia di pulviscolari adempimenti imposti dalla normativa.
Un ingegnere è necessario, ma non sostituisce uno sportellista dell’anagrafe, altrimenti magari le opere pubbliche vengono seguite meglio, ma per rinnovare la carta di identità occorre prendere un appuntamento a 3-4-5-6 mesi.
Per rafforzare la PA non si può pensare a formule magiche o a misure tipicamente aziendali. Le aziende possono, se riescono, rivisitare totalmente la propria organizzazione, abbandonando linee di produzione a vantaggio di altre e, quindi, riqualificando completamente il personale, rinunciando ai profili che non servono più e reinvestendo in competenze nuove.
Un comune questo semplicemente non lo può fare. Il comune ha bisogno dell’ingegnere; ma anche dei vigili. Se non si comprende questo, la PA non potrà che continuare a languire nei suoi irrisolti problemi.