21/03/2022 - Vietato denigrare la Pa su WhatsApp, dipendenti a rischio sanzione disciplinare
L'amministrazione che viene a conoscenza del contenuto di una conversazione avvenuta su whatsapp tra alcuni suoi dipendenti può certamente valutare la rilevanza disciplinare delle pesanti parole scritte sul proprio conto. Secondo il Tar Sardegna (sentenza n. 174/2022) a nulla vale che il dipendente sotto accusa si sia poi giustificato affermando che quella conversazione è avvenuta in una chat privata cioè non aperta ad altre persone oltre a un unico suo collega. Secondo il Tar cagliaritano, soprattutto con riguardo alle amministrazioni operanti nei settori più delicati, per essere base di un rimprovero o anche di una sanzione disciplinare più grave, le parole nocive per la reputazione dell'amministrazione non necessariamente devono avere tutti i presupposti previsti per la diffamazione penalmente rilevante. E a ben vedere anche sul piano penale il reato di diffamazione non presuppone affatto la divulgazione nell'ambiente sociale e quindi la pubblicità della comunicazione – requisito proprio della fattispecie aggravata - bensì la semplice comunicazione che può essere "privata" e pure riservata.