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12/01/2022 - La Corte Costituzionale è il 'giudice naturale' della autodichia. Nota alla sent. 4150/2021 del Consiglio di Stato

Tratto da federalismi.it - autore Tino Iannuzzi

Abstract [It]: La sentenza n. 4150/2021 della quinta Sezione del Consiglio di Stato ridisegna i confini ed il perimetro esterno dell’autodichia delle Camere legislative, affermando la giurisdizione comune dello Stato per le controversie che dovessero insorgere fra l’Amministrazione di un ramo del Parlamento e soggetti terzi, come quelle in tema di appalti relativi a lavori, forniture e servizi pubblici. Il giudice ammnistrativo, così, con un ragionamento inevitabilmente veloce e giammai compiuto, affronta e decide una questione, tipica della tradizione del parlamentarismo italiano ed affrontata più volte, anche se per profili diversi, dalla Corte costituzionale. Il giudice costituzionale è il giudice naturale dell’autodichia. Pertanto alla medesima Corte compete, in sede di conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, in questa fattispecie non sollevato dal Consiglio di Stato, di pronunciarsi, con un giudizio approfondito, sull’ambito ed i limiti che deve incontrare l’autodichia della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

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Vi hanno detto che è bene vincere le battaglie? | Io vi assicuro che è anche bene soccombere, che le battaglie sono perdute nello stesso spirito in cui vengono vinte. || Io batto i tamburi per i morti, | per loro imbocco le trombe, suono la marcia più sonora e più gaia. || Gloria a quelli che sono caduti! | A quelli che persero in mare le navi di guerra! | A quelli che scomparvero in mare! A tutti i generali che persero battaglie, e a tutti gli eroi che furono vinti! | A gli infiniti eroi ignoti, eguali ai più sublimi eroi famosi.

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