12/07/2022 - Piao, questo mostro
In un momento (certamente dovuto al caldo) di ricerca di frasi ad effetto, mi sento di dire: non facciamo del Piao un problema più grande di quello che è.
Penso che abbiate ormai quanto meno sfogliato i tre pilastri su cui si fonda:
– art. 6 del d.l. 80/2021
– dpr 81/2022
– dm apparso sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica il 30 giugno scorso.
Bene. La cosa più inquietante, a mio parere, è il fatto che viene confermato quello che tutti ormai sospettavamo: non c’è uno straccio di novità rispetto agli adempimenti. È tutto come prima, non fosse che adesso dobbiamo approvare tutto insieme in un unico momento e deliberazione dell’anno (da parte della Giunta, ci dicono).
Va detto che un po’ di ansia, eventualmente, è da riporre nei vari tempi di approvazione e al rischio sanzioni in caso di mancata adozione del Piao. Tempi incerti, proprio in questo primo anno di applicazione, soprattutto per gli enti locali: i 120 giorni decorrono dall’approvazione del proprio bilancio di previsione – e quindi per tanti enti già decorsi – oppure dalla data di rinvio del bilancio al 31 luglio e quindi c’è tempo fino al 30 novembre? (Nel mio gruppo di lavoro ho detto la mia: la logica dell’intero sistema porterebbe a dire dal proprio bilancio di previsione, ma sono altrettanto sicuro che invece passerà la linea del 30 novembre con buona pace di ogni minimo principio di programmazione).
Ma a pensarci bene, poi? Che c’è di nuovo?
P-O-C-O.
Volete sentire una cosa bella, quanto mai scontata? Eccola: “Il Piao può essere una grande occasione per impostare una programmazione seria e lavorare per obiettivi ed efficacia a meno che non venga visto solo come un adempimento”.
Non l’ho detta io. L’ho sentita in giro.
Il fatto è che se pur vera, a vedere come lo stesso legislatore ha impostato la questione ho seri dubbi che si riesca ad uscire dalla solita logica: faccio-perché-altrimenti-c’è-una-sanzione.
E ben presto si scoprirà la poca utilità del nuovo strumento.