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21/06/2022 - Caos concessioni balneari, i problemi per la pubblica amministrazione Fonte: MondoBalneare.com

Riceviamo e pubblichiamo un articolo del collega Michele Parenti

Un'analisi delle questioni aperte in vista della riforma del demanio marittimo 


Qui l'articolo Integrale 

Già dopo la sentenza del Consiglio di Stato (sezione VI) n. 7874 del 18 novembre 2019, che ha dichiarato l’illegittimità del rinnovo automatico delle concessioni demaniali disposto dal comma 683, dell’art. 1 della legge 145,/2018, da più parti era stato invocato un intervento legislativo che facesse chiarezza sulla molteplici vicende che si intrecciano attorno al nodo della scadenza delle concessioni.
Eppure il riordino della materia è stato inserito solo nel ddl concorrenza, approvato lo scorso febbraio dal consiglio dei ministri e attualmente all’esame della Camera dei deputati, dopo che il provvedimento è stato approvato in prima lettura dall’aula del Senato nella seduta del 30 maggio scorso.
In realtà si tratta di una legge-delega che necessiterà, dopo l’approvazione definitiva da parte del parlamento, dell’emanazione da parte del governo entro i successivi sei mesi di uno o più decreti legislativi cui sono affidati i nodi più delicati come le modalità di espletamento delle gare, la definizione di criteri premiali in sede di valutazione delle offerte e la determinazione dei canoni concessori e dell’indennizzo da riconoscere al concessionario uscente.
Su un aspetto il disegno di legge approvato dal Senato contiene una norma di carattere precettivo, che entrerà in vigore contestualmente al testo legislativo, concernente il possibile differimento di un anno del termine del 31 dicembre 2023 previsto per l’efficacia delle attuali concessioni, in presenza di ragioni oggettive che impediscano la conclusione delle procedure di gara.

È chiaro che, al di là della formulazione usata nella proposta di legge con l’intento di scongiurare l’assimilazione a una proroga ex lege (formulazione peraltro suscettibile di essere modificata dalla Camera dei deputati), è evidente che nella sostanza si tratta di un ulteriore, necessitato rinvio del termine per la conclusione delle procedure di gara per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime. Questo, se da una lato toglie a noi dirigenti pubblici lo spettro immediato di dover procedere alla predisposizione degli atti di gara senza un quadro giuridico chiaro di riferimento, dall’altro ci assegna la prospettiva di un ulteriore anno caratterizzato dall’incertezza giuridica e soprattutto sulla mancanza di un modello operativo di riferimento.

E, come è noto, in una situazione caratterizzata dalla vacatio legislativa a livello nazionale, si tende a colmare i vuoti attraverso le pronunce giurisprudenziali o mediante iniziative assunte dalle Regioni, la cui efficacia è ingessata da una riserva di legge di derivazione comunitaria, e infine lasciando spazio a interpretazioni della dottrina in genere o a dichiarazioni a ruota libera rilasciate da esponenti politici spesso in concomitanza con appuntamenti elettorali.

La vicenda delle concessioni balneari italiane Prima di analizzare i problemi attuali, ripercorriamo in maniera schematica le tappe più significative di questa intricata vicenda. A seguito della direttiva europea 2006/123/CE, relativa ai servizi del mercato interno (la cosiddetta “direttiva Bolkestein”), e del decreto legislativo di attuazione n. 59 del 26 marzo 2010, nonché ....

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