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10/10/2018 - gli acquerelli di Enrico Antonio Cameriere

sono - poesia

Sono

Sono un ragazzo del sud

con i capelli spettinati dallo scirocco

e con uno stupendo futuro alle mie spalle;

sono uno sguardo curioso

che cerca di succhiare l’anima alle cose,

un aoristo che scorre nelle mie vene,

un vento che sa di ozio e gelsomino,

un lento pomeriggio di domenica.

 

Sono un tango triste in una piazza assolata.

sono un sorriso tra le nuvole;

una mareggiata di settembre

che accorcia le spiagge deserte;

sono un luna park deserto;

un vecchio disco di Miles Davies

che gira pigramente su un piatto;

sono un ragazzo che gioca

da solo a tennis contro il muro.

 

Sono una littorina che corre su dei binari infuocati

in un torrido pomeriggio d’agosto

con i finestrini aperti e le tende mosse dal vento caldo;

sono un naufrago

contento di essermi perso nel mare;

un sasso

che aspetta solo di essere scaldato dal sole;

sono una parola

che esce fluida dalla mia tastiera;

sono un appunto disordinato di un ubriaco.

 

Sono un gelato sciolto sulla mano di un bambino;

sono perso nei miei pensieri;

un vulcano che non sa come eruttare,

una felce in un bosco di pini

colpita da un raggio di sole;

sono un gran bugiardo.

 

Enrico Antonio Cameriere

 

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Vi hanno detto che è bene vincere le battaglie? | Io vi assicuro che è anche bene soccombere, che le battaglie sono perdute nello stesso spirito in cui vengono vinte. || Io batto i tamburi per i morti, | per loro imbocco le trombe, suono la marcia più sonora e più gaia. || Gloria a quelli che sono caduti! | A quelli che persero in mare le navi di guerra! | A quelli che scomparvero in mare! A tutti i generali che persero battaglie, e a tutti gli eroi che furono vinti! | A gli infiniti eroi ignoti, eguali ai più sublimi eroi famosi.

Walt Whitman