27/03/2018 - I provvedimenti del Sindaco anche se contingibili ed urgenti non solo tali da bypassare le disposizioni contabili
I provvedimenti del Sindaco anche se contingibili ed urgenti non solo tali da bypassare le disposizioni contabili
I fatti di causa
Il Sindaco di un Comune, a fronte del convogliavano i liquami in un impianto di depurazione che serviva anche un Comune vicino, emetteva ordinanza contingibile ed urgente, affidando i lavori di sistemazione ad una ditta esterna, ponendo la spesa per metà tra i due Comuni. A fronte del mancato pagamento della metà di competenza dell'altro Comune, la società adiva il giudice civile, mediante richiesta di emissione di un decreto ingiuntivo, al fine del ristoro delle spese previste ma non liquidate. Il giudice di prime cure, revocava la metà del decreto ingiuntivo in quanto la spesa era da porre a carico dell'altro Comune che aveva beneficiato dell'intervento. La Corte di appello, tuttavia, in riforma della sentenza del tribunale di prima istanza, accoglieva la richiesta del decreto ingiuntivo sull'intera posta contabile rilevando che il Sindaco, ancorché avesse agito in qualità di Commissario di governo, non aveva titolo per ordinare ad altra Amministrazione la compartecipazione ai costi delle opere commissionate e che, la disciplina in materia di impegno di spesa, non trovava applicazione in ipotesi di ricorso a tale strumento eccezionale.
Avverso la citata sentenza ricorre il Comune in Cassazione evidenziando come vi fosse, nel caso di specie, violazione di due principi fondamentali: a) in quanto, in assenza di tempestiva regolarizzazione contabile dell'intero corrispettivo richiesto dalla Società, l'azione andava proposta nei confronti di amministratori e dipendenti che avevano ordinato la spesa, ai sensi del comma 4 dell'art. 191 del TUEL, e non nei confronti del Comune; b) violazione delle disposizioni di cui all'art. 54 del TUEL in merito alla possibilità, da parte del Sindaco quale ufficiale del Governo, di adottare con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana, con la conseguenza della mancata legittimazione passiva del Comune al relativo pagamento.
Le conclusioni della Suprema Corte
Secondo i giudici di Piazza Cavour il ricorso del Comune deve essere acconto per non aver la Corte territoriale fatto corretto uso delle indicazioni dei giudici di legittimità sul punto controverso, ed in particolare:
• il potere di ordinanza spettante al Sindaco per i provvedimenti contingibili ed urgenti a fini di pubblico interesse appartiene allo Stato, ancorché nel provvedimento siano implicati interessi locali, poiché il Sindaco agisce non come rappresentante dell'Ente territoriale, ma quale Ufficiale di governo (ex multis Cass. Civ. n. 26337 del 2016; Cass. Civ. n. 23271 del 2014; Cass. Civ. n. 6293 del 2007);
• nel caso di specie, quindi, non vi sarebbe una posizione passiva del Comune nei confronti della Società, con la conseguenza che tra le parti non è intercorso alcun rapporto contrattuale.
Il decreto monitorio della Società esecutrice dei lavori, pertanto, deve essere rigettato per aver individuato un soggetto passivo sbagliato, ossia il pagamento è stato richiesto al Comune che nel caso di specie non è il soggetto passivo dell'obbligazione giuridica.
Cass. Civ., Sez. I, Ord., 14 febbraio 2018, n. 3655