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Associazione Nazionale Professionale Segretari Comunali e Provinciali
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12/02/2012 - L'assegnazione degli spazi elettorali

Un interessante dibattito tra segretari comunali tratto da Facebook

AC: In ogni comune la giunta municipale e non altro organo (Dirigente, responsabili ufficio elettorale), secondo una legge del 1956, entro i due giorni successivi alla ricezioni delle comunicazioni delle liste e delle candidature uninominali ammesse, provvede a delimitare gli spazi destinate alle liste medesime o singoli candidati partecipanti e a ripartirli in tante sezioni quante sono le liste o le candidature uninominali ammesse. Solo ieri pomeriggio è pervenuta questa comunicazione, a causa del ritardato sorteggio, da parte delle Corti di appello. Le giunte municipali tra sabato 10 e domenica 11 febbraio vengono convocate d’urgenza a delimitare gli spazi secondo l’ordine di ammissione delle liste e della candidature. Tale adempimento, meramente tecnico organizzativo, che registra una decisione assunta da altri e non richiede l’esercizio di alcun potere discrezionale, non sarebbe arrivato il momento di assegnarlo ai soggetti preposti alla gestione?

 

PL: Quella dei manifesti elettorali (e delle sedute della giunta per gli spazi) è una delle tante contraddizioni assurde dei nostri tempi. Ma ciò che fa davvero tanta rabbia è che le risorse umane e finanziarie che si utilizzano se ne vanno in fumo dopo che ognuno impunemente affigge dove vuole e quando vuole e le relative sanzioni vengono poi regolarmente condonate.

 

MC: Art. 107 comma 5 tuel. . A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente testo unico, le disposizioni che conferiscono agli organi di cui al capo I titolo III l'adozione di atti di gestione e di atti o provvedimenti amministrativi, si intendono nel senso che la relativa competenza spetta ai dirigenti, salvo quanto previsto dall'articolo 50, comma 3, e dall'articolo 54... Se l'assegnazione di spazi secondo l'ordine di sorteggio non e' atto di gestione, allora e' atto di indirizzo. Indirizzo a chi? Ecco trovata la risposta. Agli attacchini con la colla e i manifesti. W l'Italia

 

AC: Ricordiamoci che c'e' una norma  nel testo unico e precisamente contenuta nell'art. 14, recante la rubrica: "Compiti del comune per servizi di competenza statale"

Il comma 1 afferma che il comune gestisce i servizi elettorali, di stato civile, di anagrafe, di leva militare e di statistica ed il 2° comma afferma che le relative funzioni sono esercitate dal sindaco quale ufficiale del Governo, ai sensi dell'art. 54.

Ergo le competenze elettorali non possono essere considerati atti di gestione la cui competenza spetta ai dirigenti. Il comma 5 dell'art 107 esclude espressamente questa interpretazione per le funzioni statali di cui all'art 54. 

Ho visto che in alcuni comuni come Milano la delimitazione degli spazi è avvenuta con determinazione dirigenziale, ma siamo sicuri che l'atto sia legittimo?

 

MC :Il fatto che sia una funzione statale non esclude che sia soggetta al principio di legalita' e alla successione delle leggi nel tempo. L'art. 107 comna 5 tuel esclude espressamente le funzioni del sindaco in qualita di uff. Governo dal suo ambito applicativo  proprio perche' ha ritenuto esclusivamente le funzioni del sindaco-uff. Governo, sottratte al principio di separazione tra indirizzo e gestione. Ne deriva che la mancata previsione  dell'esclusione dall'ambito precettivo del comma 5 tuel delle funzioni elettorali attribuite alla giunta dalla legislazione ante 2000 comporta che le stesse, in base al principio di legalita' e della successione delle leggi nel tempo, debbono intendersi attribuite alla competenza dirigen ziale, anche tenuto conto di quanto stabilito, al riguardo, dall'art. 14 comma 28 lett. l) del d.l. 78/2010 ( e' funzione fondamentale del comune lo svolgimento di compiti in materia di servizi elettorali, nell'esercizio di funzioni di competenza statale, che ben possono sostanziarsi nell'assegnare con determinazione  dirigeziale gli spazi elettorali, se questo prevede la legge). Cio' detto, la prassi depone per la competenza giuntale, non vi sono precedenti giurisprudenziali e quindi va bene cosi', perche' ndringhete ndra'.

 

SS :Comunque, se posso dire, il problema non è neanche di chi sia la competenza a fare l'assegnazione degli spazi. Il vero problema è: che senso ha fare assegnazione degli spazi, posto che se alla lista uno va lo spazio numero uno sono sufficienti il sorteggio E l'individuazione delle postazioni. Non c'è affatto bisogno che ci sia qualcuno che dice che la lista, uno va nello spazio uno e che la lista due va nello spazio due e così via. È assolutamente automatico.

 

SS: Riassumendo, la delibera di giunta per l'assegnazione degli spazi viola ben due regole fondamentali del nostro attuale ordinameno:  il divieto di aggravamento del procedimento (perchè a stretto rigore non sarebbe necessario fare alcun atto per dire che la lista uno va nello spazio uno e via a seguire) e quello di ripartizione delle competenze tra organi politici e gestionali; che, ricordo, non è solo scritto nel tuel ma anche nel 165, e vale per tutte le amministrazioni della repubblica.  Poi, nella pratica, alla fine ci adeguiamo un po' tutti perchè costa meno tempo, fatica ed energie fare le delibere che stare a discutere con gli impiegati delle prefetture, che senza alcuno sforzo intellettuale o interpretativo di alcunchè fanno come hanno sempre fatto incuranti del fatto che il mondo è cambiato. E questo vale, purtroppo, non solo per questo tema, tutto sommato poco rilevante, ma anche su argomenti molto più significativi anche sul piano delle conseguenze pratiche.

 

MC: In fondo, nel mondo liquido della globalizzazione e delle regole sulle Faq, e' consolante rifugiarsi in una regola, sia pur non piu' propriamente vigente, scritta per l'Italia ancora rurale e pulsante del 1956.

 

AC: La questione sollevata ci ha molto appassionato. Gli interventi sono stati utili, alcuni eruditi, ma non risolutivi. Come in altre circostanze avviene, ognuno fa come ritiene. La verità che occorre confrontarsi con  dei contesti interni ed esterni che non ti lasciano decidere con serenità. 
Come diceva Pericle "
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia ...".

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