04/12/2018 - Pareggio di bilancio con libertà totale: niente sanzioni per chi sfora i vincoli
Pareggio di bilancio con libertà totale: niente sanzioni per chi sfora i vincoli
di Gianni Trovati - Il Sole 24 Ore - Lunedì, 03 Dicembre 2018
Nel pareggio di bilancio degli enti locali ridisegnato dalla manovra ora in discussione alla Camera domina la libertà. La libertà di utilizzare gli avanzi finora bloccati dalle regole della legge 243/2012, certo. Ma anche quella di sforare il pareggio senza incappare nelle sanzioni. Perché le sanzioni non ci sono più. A toglierle di mezzo è l' effetto del «taglia e cuci» avviato dalla manovra per riscrivere le regole dei conti locali. Per rispettare le indicazioni della Corte costituzionale e liberare gli avanzi, la legge di bilancio spiega che i saldi andranno calcolati «nel rispetto delle disposizioni previste dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118».
E per rendere effettivo questo principio lavora di forbice su tutte le regole che si sono stratificate nelle ultime leggi di bilancio. Nel tritatutto finisce anche il comma 475 della manovra 2017 (legge 232/2016): quello che stabiliva il taglio al fondo di solidarietà per un importo equivalente allo sforamento, il tetto alla spesa corrente entro il livello dell' anno prima ridotto dell' 1%, il blocco all' indebitamento e quello alle nuove assunzioni.
Nel pacchetto era compreso poi il taglio del 30% di indennità e gettoni per il sindaco e gli assessori in carica nell' anno del mancato rispetto dei vincoli di finanza pubblica. E la manovra dice addio anche a questa misura inserita a suo tempo sull' onda delle polemiche contro i «costi della politica». Il colpo di spugna alle sanzioni è un capitolo centrale, finora passato inosservato, nell' ampio lavoro di disboscamento normativo avviato dalla legge di bilancio, in cui il nuovo pareggio cancella anche le tante tappe dei monitoraggi e delle certificazioni periodiche che fin qui hanno cadenzato l' agenda di amministratori e revisori dei conti.
Il sistema in vigore dall' anno prossimo, architettato dall' articolo 60, comma 5 del disegno di legge, si preoccupa solo di mantenere in vita monitoraggi e certificazioni sul 2018, e le sanzioni per il mancato rispetto degli obiettivi 2017 scoperti successivamente dalla Corte dei conti. Di sanzioni per i prossimi anni non c' è traccia. Dal punto di vista degli effetti, è vero che fino a oggi gli enti che hanno mancato gli obiettivi e sono quindi stati colpiti dalle penalità sono una ristretta minoranza. Ma nel conto va considerato anche l' effetto deterrente delle sanzioni, in particolare quelle sul blocco di assunzioni, spesa corrente e indebitamento, che senza dubbio ha contribuito a tenere così basso il numero degli bilanci fuori regola.
Le conseguenze del «liberi tutti», se non interverrà qualche correttivo, potranno essere misurate solo ex post. Il tema è rilevante soprattutto per i Comuni in disavanzo, che quindi finiscono nella rete dei nuovi vincoli nell' applicare il risultato di amministrazione, e per quelli che hanno poco margine. Secondo i calcoli presentati giovedì scorso all' ultima conferenza annuale dell' Ifel, al primo gruppo appartiene il 9% dei Comuni, in una geografia concentrata al Centro-Sud, e al secondo il 16 per cento. Si tratta nel complesso di circa 2mila Comuni, uno su quattro, che potranno partecipare solo marginalmente al banchetto apparecchiato dallo sblocco degli avanzi. A meno di non voler sforare i vincoli di finanza pubblica, confidando in una libertà che non ammette sanzioni.