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17/03/2017 - La mistificazione del merito

tratto da Nuova Etica Pubblica - Rivista dell’Associazione Etica PA - Anno 5, n. 08 – MARZO 2017

La mistificazione del merito 
 di Barbara Casagrande  Segretario generale Unadis 
 
Qualche settimana fa, durante l’ultima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo, è stato molto applaudito ed elogiato un dipendente pubblico (del Comune di Catania, se ben ricordo) perché è andato in pensione senza essersi mai assentato per malattia e con quasi 300 giorni di ferie non godute. 
Se l’intenzione dei conduttori e degli autori era quella di mostrare, tramite un lavoratore pubblico esemplare, efficiente ed efficace, che la PA non è la fucina di ogni corruzione, inefficienza, opacità e ritardo - come invece purtroppo quasi ogni giorno i giornali riportano - devo dire che, in me, hanno ottenuto l’effetto contrario. Mi è sembrato che fosse quel signore l’eccezione rara al modello generale del pubblico impiegato assenteista, poco alacre e non meritevole. 
Il nocciolo del problema è la concezione del merito, oggi, nella nostra cultura, che si riflette sulla considerazione sia del lavoratore meritevole sia della Pubblica Amministrazione da valutare positivamente....

 

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Vi hanno detto che è bene vincere le battaglie? | Io vi assicuro che è anche bene soccombere, che le battaglie sono perdute nello stesso spirito in cui vengono vinte. || Io batto i tamburi per i morti, | per loro imbocco le trombe, suono la marcia più sonora e più gaia. || Gloria a quelli che sono caduti! | A quelli che persero in mare le navi di guerra! | A quelli che scomparvero in mare! A tutti i generali che persero battaglie, e a tutti gli eroi che furono vinti! | A gli infiniti eroi ignoti, eguali ai più sublimi eroi famosi.

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