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26/01/2017 - Il lungo cammino delle donne prima e dopo il suffragio

tratto da federalismi.it

Il lungo cammino delle donne prima e dopo il suffragio

 

Garantite da istituiti giuridici collaudati da sette decenni di regime democratico, dotate di strumenti culturali sempre più raffinati – ad es. per grado di istruzione – partecipi in modo sempre più protagonistico della vita sociale del Paese rispetto alle loro madri e nonne, le cittadine italiane oggi vivono le criticità di un riconoscimento sostanziale dei loro diritti, parafrasando le categorie sociologiche proposte da Hirschmann, più spesso ricorrendo all’exit – nel senso di defezione come per l’astensionismo o la mancanza di una leadership femminile – che non con la voice, quella partecipazione propositiva e costruttiva alla base del riconoscimento del suffragio femminile che animava proprio le loro ave. La ricognizione degli elementi sociali e politici di innovazione e di persistenza nella condizione femminile che dal 1946 porta ai nostri giorni può fornire le chiavi di lettura avalutative dello scenario attuale che troppo spesso e semplificativamente è definito l’arresto del lungo cammino delle donne prima e dopo il suffragio... (segue)

 

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Una frase per noi

Vi hanno detto che è bene vincere le battaglie? | Io vi assicuro che è anche bene soccombere, che le battaglie sono perdute nello stesso spirito in cui vengono vinte. || Io batto i tamburi per i morti, | per loro imbocco le trombe, suono la marcia più sonora e più gaia. || Gloria a quelli che sono caduti! | A quelli che persero in mare le navi di guerra! | A quelli che scomparvero in mare! A tutti i generali che persero battaglie, e a tutti gli eroi che furono vinti! | A gli infiniti eroi ignoti, eguali ai più sublimi eroi famosi.

Walt Whitman