06/09/2016 - Sulla riforma dei dirigenti il nodo della «risoluzione» dell'incarico
Sulla riforma dei dirigenti il nodo della «risoluzione» dell'incarico
di Luca Tamassia
"La verità è che, ancora oggi, non può essere giuridicamente configurabile, alla luce del nostro ordinamento, una posizione dirigenziale priva d’incarico, assimilabile alla permanenza di obbligazioni contrattuali senza alcuna causa negoziale, e tale forzatura, pur nella lodevole ottica di salvaguardia dei livelli occupazionali dirigenziali nell’assetto funzionale della pubblica amministrazione, rende chiari i limiti di sistema che contrastano con la costruzione di un ruolo che non può sopportare l’assenza della propria essenza, neppure per un ciclo temporale perimetrato, anche se di notevole estensione pluriennale. La posizione dirigenziale è costruita e connaturata alla presenza e alla costante permanenza della legittimazione all’assolvimento delle attribuzioni dirigenziali e una costruzione normativa che ne assecondi, seppur per un periodo definito, il difetto di esercizio non appare conforme ai principi ordinamentali che governano lo statuto e l’impiego di un ruolo così rilevante, ma sembra più orientata a evidenti forzature intese a reperire quel difficile equilibrio tra stabilità di ruolo e flessibilità di scelte che rappresenta, a tutt’oggi, lo scrimine sul quale si gioca la tenuta del sistema pubblico."