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10/10/2016 - Il dirigente apicale sarà anche dirigente della Repubblica?

un commento del collega Angelo Capalbo tratto da FB

Il dirigente apicale sarà anche dirigente della Repubblica?

di Angelo Capalbo

“Vogliamo fare sul serio”, così scrisse il Governo, in una lettera, rivolta ai dirigenti pubblici. Si aprì una consultazione pubblica, da cui emerse un sentiment partecipativo, però alquanto disatteso. Poi tutto sfociò nello schema di decreto legislativo di riforma della dirigenza pubblica dell’intera Repubblica. Si crea una figura di dirigente pubblico, inserito in ruoli e, soggetto alle regole del mercato, che vede, da una parte l’offerta (l’amministrazione richiede una professionalità adeguata in relazione all’attuazione del programma politico) e dell’altra la domanda (il dirigente sceglie quell’amministrazione). In tal modo si concepisce quel dirigente, quale dipendente della Repubblica che stipula il contratto di lavoro, con una singola amministrazione. Trattandosi di dirigente della Repubblica spetta al Dipartimento della funzione pubblica provvedere alla gestione dei ruoli, con la tenuta e all’aggiornamento della banca dati, che contempli sia gli uffici dirigenziali che il curriculum vitae dei titolari.

La qualifica dirigenziale è unica ed ogni dirigente iscritto nei ruoli può ricoprire qualsiasi incarico dirigenziale. Con il nuovo status di dirigente si sostanza una scissione del rapporto di lavoro tra l’iscrizione nei ruoli della dirigenza della Repubblica e l’assunzione nella singola amministrazione. Tant’è che il conferimento di incarico dirigenziale, da parte di un’altra amministrazione, comporta la cessione a quest’ultima del contratto di lavoro a tempo indeterminato, ferma restando l’iscrizione nel ruolo.

Gli incarichi dirigenziali della durata di quattro anni, saranno conferiti, mediante procedura comparativa, con criteri definiti da Commissioni indipendenti. Nel caso in cui il dirigente abbia avuto valutazioni positive nel corso dell’incarico, l’amministrazione ha facoltà, una sola volta e con decisione motivata, di rinnovare l’incarico per ulteriori due anni. Salva l’ipotesi di licenziamento disciplinare, gli incarichi possono essere revocati esclusivamente per il mancato raggiungimento degli obiettivi.

Negli enti locali s’introduce la figura del dirigente apicale, che sostituisce il segretario comunale e provinciale. Gli ex segretari comunali e provinciali confluiscono nel ruolo dei dirigenti locali e saranno assunti dalle amministrazioni, nei limiti delle dotazioni organiche. La funzione di dirigente apicale, diventa l’unica posizione dirigenziale che l’Ente locale, anche se privo della dirigenza, deve comunque istituire. È denominato dirigente apicale, quel dirigente, cui sono attribuiti compiti di attuazione dell'indirizzo politico, coordinamento dell’attività amministrativa, controllo della legalità dell'azione amministrativa ed esercizio delle funzione rogante, che non può essere coordinato con altra figura di dirigente generale. Il dirigente apicale svolge ogni altra funzione attribuitagli dallo statuto o dai regolamenti dell’ente. L’incarico di dirigente apicale cessa se non rinnovato entro novanta giorni dalla data di insediamento degli organi esecutivi. Se l’intento del governo è di dotare il sistema della dirigenza pubblica di maggiore trasparenza, per evitare pericoli di prevaricazione politica nelle procedure di nomina, come si concilia nello stesso tempo il compito che il dirigente apicale possa garantire l’effettiva attuazione amministrativa degli indirizzi politici?

È possibile mantenere intatto il potere dell’organo politico nell’individuazione del dirigente e senza alcuna preselezione comparativa dei candidati più idonei, far ricadere la scelta su soggetti in possesso di adeguati requisiti di esperienza e competenza tecnico-professionale? Come il dirigente generale, anche l’apicale, al momento del conferimento dell’incarico negozia con l’Amministrazione la programmazione degli obiettivi. Con quale autonomia potrà far valere la sua competenza ed esperienza nell’individuazione degli indicatori valutabili per la realizzazione del mandato conferitogli?

Compete al dirigente svolgere ricerche mirate e dimostrare ottime capacità nell’iniziare la trattativa, per realizzare la preziosa opportunità di far valere il lavoro dirigenziale, per vederlo riconosciuto e per ottenere ciò che si desidera, ciò che sia giusto e proporzionato alle proprie abilità ed al proprio contributo. La sfida è aperta. 

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