18/06/2016 - Davigo "pensare di affrontare la piaga della corruzione con nuove norme sugli appalti è inutile"
Corruzione e nuove codice degli appalti: l'affondo di Davigo
Secondo il Presidente dell'Anm "pensare di affrontare la piaga della corruzione con nuove norme sugli appalti è inutile"
Il whistleblowing, l'istituto che tutela i dipendenti che segnalano i reati, previsto nel piano anticorruzione dell'Anac e materia di una proposta di legge passata alla Camera, "è una cosa stucchevole" e "fumo negli occhi". Lo ha detto il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo intervenendo ad un convegno sul contrasto alla corruzione organizzato dal Centro studi Antiriciclaggio e Anticorruzione con la collaborazione del Comune di Milano.
Per il presidente dell'Anm, dunque, l'istituto del whistleblowing, introdotto per contrastare la corruzione, non serve. "Stiamo parlando del nulla - ha chiarito Davigo, presidente di sezione della Cassazione ed ex pm del pool 'Mani pulite' - tutto questo si può sintetizzare come fumo negli occhi".
Non solo, Davigo va all'attacco anche del codice degli appalti voluto dall'Anac. "Il legislatore, ma anche i mezzi di informazione, raccontano ai cittadini italiani cose sbagliate sulla corruzione, sugli appalti e sui fondi neri e sulla base di queste cose sbagliate si fanno norme che nell'ipotesi migliore non servono a niente e in quella peggiore creano danni", ha affermato Davigo. "Scrivere norme sul codice degli appalti non serve a niente per curare la malattia", che è la corruzione. "Che senso ha poi aumentare le pene se non si scoprono i corrotti e i corruttori?" si è chiesto ancora l' ex pm del pool 'Mani pulite', il quale è tornato anche a ribadire che "non servono a molto le autorità amministrative" per il contrasto alla corruzione "perché ad esempio non possono fare intercettazioni".