12/06/2016 - Riforma della dirigenza verso lo slittamento
Riforma della dirigenza verso lo slittamento
di MATTEO BARBERO
È sempre più probabile lo slittamento della riforma della dirigenza pubblica. Sulla strada che porta all' approvazione del decreto legislativo attuativo dell' art. 11 della legge Madia pesa come un macigno il ricorso alla Consulta presentato dalla regione Veneto. E anche il Consiglio di stato ha invitato il governo a un supplemento di riflessione. Secondo l' amministrazione guidata da Luca Zaia, la norma in questione presenta diversi vizi di illegittimità costituzionale. Essa, infatti, si porrebbe in contrasto con la costante giurisprudenza della Corte, che ha ritenuto che l' impiego pubblico anche regionale deve ricondursi, per i profili privatizzati del rapporto, all' ordinamento civile e quindi alla competenza legislativa statale esclusiva, mentre i profili «pubblicistico-organizzativi» rientrano nell' ordinamento e organizzazione amministrativa regionale, e quindi appartengono alla competenza legislativa residuale delle regioni.
Al contrario, nell' art. 11 vengono stabiliti puntuali principi e criteri direttivi rivolti a disciplinare direttamente anche la dirigenza regionale, senza che intervenga alcuna distinzione e qualificazione, all' interno di questi, di quei «principi generali dell' ordinamento» che soli sarebbero idonei a vincolare la potestà legislativa regionale in materia. Inoltre, nello stabilire un principio generale di ampliamento delle ipotesi di mobilità senza considerare che la selezione dei dirigenti in servizio è avvenuta sulla base dell' accertamento di specifiche competenze tecniche da parte dell' ente che ha bandito il concorso, la legge Madia si porrebbe in contrasto anche con il principio di ragionevolezza e buon andamento.
La serietà di tale contestazioni è stata confermata dal Consiglio di stato, che nel parere rilasciato lo scorso 5 maggio in relazione al decreto sulla nomina dei dirigenti sanitari, ha evidenziato come il ricorso del Veneto metta a rischio la tenuta dell' intero disegno riformatore, di fatto invitando il governo a rimettere mano alla questione. Da qui il probabile rinvio, anche perché i tempi sono strettissimi. La delega scade il 28 agosto e per di più il ministro Madia si è personalmente impegnata, nel marzo scorso, a sottoporre, preventivamente ad Anci il testo del decreto prima dell' esame preliminare in Consiglio dei ministri. Ma un testo definitivo, al momento, non c' è.