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25/08/2016 - Riforma della dirigenza: ma cos'è il "merito"?

tratto da luigioliveri.blogspot.

Riforma della dirigenza: ma cos'è il "merito"?

 
In attesa di conoscere il testo del decreto legislativo attuativo della legge 124/2015 (ben sapendo che occorreranno giorni e giorni per vedere quello approvato in CdM e che vi saranno molte modifiche nel percorso di approvazione definitiva), destano perplessità le concezioni di "merito" che si evincono sui giornali.

Secondo tanta stampa, non sarebbe "merito" vincere i concorsi. Come se, allo scopo, non fossero necessari una laurea, un'esperienza lavorativa di 5 anni almeno nel ruolo di funzionario (previo, quindi, specifico concorso), nonchè un ulteriore concorso per accedere alla qualifica dirigenziale.
Invece, sarebbe "merito" "riuscire ad ottenere" l'incarico dirigenziale, da parte degli organi politici, nell'ambito di un procedimento che di selettivo ha solo l'apparenza. I dirigenti, infatti, non avranno alcun ruolo attivo, ma saranno fantomatiche Commissioni "indipendenti" (ma nominate dalla politica...) a selezionare curriculum, per poi sottoporre rose ai politici, che sceglieranno senza nemmeno dover motivare e quindi rendere conto della scelta.
Sarà che, evidentemente, in questo Paese si considera "merito" non tanto il riuscire l'adoperarsi fattivamente con le proprie forze e risorse per superare selezioni, quanto, piuttosto, la relazione e la capacità di avere agganci. Come i clientes nell'atica Roma, che da questo punto di vista ci ha lasciato un'eredità incrollabile e vivissima.
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Una frase per noi

Vi hanno detto che è bene vincere le battaglie? | Io vi assicuro che è anche bene soccombere, che le battaglie sono perdute nello stesso spirito in cui vengono vinte. || Io batto i tamburi per i morti, | per loro imbocco le trombe, suono la marcia più sonora e più gaia. || Gloria a quelli che sono caduti! | A quelli che persero in mare le navi di guerra! | A quelli che scomparvero in mare! A tutti i generali che persero battaglie, e a tutti gli eroi che furono vinti! | A gli infiniti eroi ignoti, eguali ai più sublimi eroi famosi.

Walt Whitman