28/11/2015 - un racconto scritto dalla collega Annalisa Di Piazza
La luce del giorno assumeva via via un maggiore lindore. Sotto la sua finestra cominciava a posizionarsi qualche auto con il contrassegno delle televisioni locali e di qualche TG. I negozi sulla piazza avevano alzato le saracinesche e i portici cominciavano ad animarsi di un passeggio nervoso di curiosi. Un leggero tocco alla porta lo fece sussultare. Si scostò veloce dalla finestra.
”Avanti”.
Il segretario comunale entrò timidamente. Era un uomo mite che si portava addosso una età indefinita, ma sicuramente sopra i 50. Tanti anni di permanenza in quella provincia non avevano attenuato un forte accento meridionale che tradiva la sua provenienza terrona ancora di più degli antiquati baffi folti che portava con un orgoglio virile, in strano contrasto con l’atteggiamento dimesso e cortese che lo caratterizzava. Il segretario lo guardò in silenzio, e lui rispose al suo sguardo con un leggero sorriso. “Sindaco, ha bisogno di niente? Penso che arriveranno tra non molto. Mi ha chiamato il maresciallo”-
Come altre volte negli ultimi anni lui apprezzò la cortesia e la sensibilità di quell’uomo schivo e ancora una volta si chiese cosa l'avesse portato a sradicarsi dalla propria terra per abbracciare una realtà nuova e incognita. E come altre volte si chiese da dove derivasse tanto coraggio. Una volta glielo aveva pure chiesto. Il segretario l’aveva guardato con i suoi occhi buoni e gli aveva dato una risposta inattesa: ”Bisogna sapere essere indulgenti….”
estratto dal racconto "Come volevasi dimostrare" (di Annalisa Di Piazza), contenuto nel libro "Gente di Bergamo" edito da Bolis Edizioni.