05.07.2015 - La vicenda dei diritti di rogito
La vicenda dei diritti di rogito
Premesso che sono uno dei pochi (l'unico della categoria, probabilmente) che pensa che non dovrebbero esistere prebende straordinarie e che il principio di onnicomprensività della retribuzione dei pubblici dipendenti (tutti indistintamente, compresi avvocati dello stato, arbitri…) dovrebbe essere scritta nella Costituzione (magari in un comma aggiuntivo da inserire, a piacere, tra gli artt. 36, 97 o 98), non posso che commentare molto negativamente il recentissimo pronunciamento della sezione autonomie 21/SEZAUT/2015/QMIG.
La vicenda è nota: scrivono una legge in maniera pedestre; forma contorta e squilibrata ma comunque sufficientemente chiara nella sostanza: i diritti di rogito spettano a tutti, tranne che ai segretari dirigenti che – beneficiando del galleggiamento (retropensiero non esplicito del legislatore) – lavorano in enti, in cui sono presenti dirigenti.
Basterebbe il testo della legge ed una ermeneutica conforme all’art. 12 delle preleggi, ma a noi (“voi”… io ho chiesto una sola volta un parere ma era “suggestivo” e la sezione non ci è cascata, svicolando per la tangente) non basta: ci vuole la “bollinatura” ufficiale.
Così parte la rincorsa alla richiesta di pareri.
I primi non possono che interpretare la legge per quello che dice…
Ci (vi potreste) potremmo fermare lì ma la smania di protagonismo sterile o l’infantilismo intellettuale di qualcuno produce la rincorsa ad ulteriori pareri.
Qualcuno dice che sono gli uffici a sollecitare le richieste ma i segretari che ci stanno a fare?
Ai magistrati non pare vero di essere, a loro volta, originali e poi, a partire dall’autunno 2014, qualcosa cambia: entra nel vivo la storia del DDL 1577 (allora) e la magistratura si fa più realista del re, iniziando a cambiare orientamento, ovviamente a danno dei segretari….
Il resto è scontato: in presenza di pareri contrastanti il ricorso alla funzione “nomofilattica” della sezione autonomie si fa necessario.
Del resto, anche i magistrati devono guadagnarsi la pagnotta (in termini di visibilità e di “carte prodotte”) e noi siamo serventi di qualità, offrendo loro occasioni per “vincere facile” in quantità industriale.
Di fronte alla questione che monta, brilla la solita assenza: il sindacato. Comunica solo per “tranquillizzare” la base, magari tramite facebook…. Siamo allo “state sereni” permanente.
Dovrebbe fare una sola cosa il sindacato, prendere posizione ufficiale e ferma, redigendo un documento che “INCHIODI” gli interpreti ai canoni dell’art. 12 delle preleggi.
Sarebbe stato saggio inviarne copia al Presidente della sezione autonomie, quando ormai se ne paventava l’intervento. Ancor più saggio sarebbe stato inviarne un dossier ufficiale a tutte le sezioni appena apertosi il fronte di guerra, magari producendo un autorevole parere pro-veritate…
Insomma una posizione ufficiale che attestasse la vitalità della categoria.
Nulla di questo. Si attende fatalisticamente il compiersi degli eventi, come ineluttabilmente accade.
La sezione autonomie forse annusa l’aria che tira. I segretari sono ormai stati già formalmente liquidati in prima lettura dal DDL 1577….
Quali insegnamenti trarre?
La richiesta di pareri è un’arma sottile e molto insidiosa. Dovrebbe essere usata con circospezione: per i casi disperati. Sotto certi aspetti, dovremmo essere noi a “mettere in difficoltà” la corte e non viceversa.
Ma noi siamo pavidi nel cuore e consegniamo inermi il nostro collo alla mannaia di chiunque.
Il Sindacato ha perso l’ennesima occasione per fare il suo mestiere.
Ora si annunciano ricorsi al giudice del lavoro… Ma l’aria che tira è irrespirabile.
Siamo ormai carne da macello: lo sanno tutti (tranne che UNSCP, forse).
La giurisprudenza non esiste nell'empireo (lo dimostra, da ultimo ma non solo, il caso De Luca e la stessa giurisprudenza costituzionale ormai votata ad un “realismo” molto accentuato)... Non esiste la "Giustizia" astratta ma solo un "esercizio realistico" delle questioni giudiziarie. Il giudice non è la mitica "bouche de la loi" di certa letteratura (che risale a Montesquieu) ma un soggetto che vive tutte le traversie e le contraddizioni dell'ordinamento. Normalmente si orienta come spira il vento...e finisce per punire i più deboli ed i silenti.
Vigilantibus non dormientibus curia succurrunt! E noi non siamo addormentati… siamo clinicamente morti (qualcuno avverta le pompe funebri ed il comandante in capo).