05.06.2015 - Riforma Madia, i sindaci chiedono un «dirigente unico»
Riforma Madia, i sindaci chiedono un «dirigente unico»
di Paola Cosmai
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Ruolo della dirigenza, trasparenza e anticorruzione, amministrazione digitale, semplificazione normativa: sono alcuni dei temi affrontati da Anci e Upi in un documento congiunto presentato lo scorso 3 giugno alla Commissione Affari costituzionali della Camera in occasione della audizione sul disegno di legge di riorganizzazione della Pa (A.C. n. 3098). Nel documento, premesse le finalità di semplificazione e ottimizzazione della riforma, le associazioni degli enti locali hanno rappresentato alcune criticità da rimuovere.
Amministrazione digitale, trasparenza e anticorruzione
Per la parte concernente il dialogo col cittadino, le associazioni, da un lato, propongono l'accessibilità degli archivi pubblici nazionali che detengono informazioni di interesse generale (non riservate o secretate) fornite da privati o pubbliche amministrazioni e, dall'altro lato, un miglior raccordo tra le regole dell'accesso agli atti e quelle della pubblicazione sui siti istituzionali, prevedendo sia che queste ultime sostituiscano gli obblighi di comunicazione dei relativi dati alle amministrazioni centrali, sia che le incombenze possano essere adempiute in maniera associata da parte dei Comuni di minori dimensioni (modulo organizzativo peraltro già sperimentato per gli appalti e altre competenze).
Riassetto amministrativo statale
In merito ai principi inerenti la riorganizzazione dell'apparato centrale e periferico dello Stato e delle Forze di Polizia, complementare alla riforma Delrio, tenuto conto della sua lenta implementazione, a giudizio delle associazioni locali non si possono includere anche quelli relativi al riordino delle Polizie provinciali che, viceversa, dovrebbero costituire oggetto di separate disposizioni.
Inoltre, il documento auspica la permanenza della presenza dello Stato centrale su tutto il territorio secondo il vecchio parallelismo che la vedeva coincidente con quello provinciale e non solo, come parrebbe nei principi del disegno di legge delega, con i capoluoghi di regione e le Città metropolitane, con conseguente "scopertura" delle restanti aree.
Dirigenza pubblica
Dato atto dell'accoglimento a cura del Senato delle istanze di conservazione di una figura dirigenziale di vertice che funga da raccordo, negli enti locali, tra l'apparato pubblico e quello burocratico dell'amministrazione, il documento congiunto auspica il superamento del dualismo, presente negli enti di grosse dimensioni, dovuto alla coesistenza delle figure del direttore generale e del dirigente apicale, con la rimozione di una delle due per ridurre i costi e le sovrapposizioni di competenze, preservando la facoltà di nomina tra professionisti esterni.
Tra i principi di cui si auspica inoltre l'espunzione c'è quello dell'assegnazione degli incarichi secondo le valutazioni preliminari della Commissione per la dirigenza locale, una procedura, secondo il documento, foriera di rigidità e poco praticabile.
Mentre, tra i principi da introdurre, vi è la partecipazione delle associazioni locali al processo formativo di dirigenti e dipendenti.
Semplificazione normativa
Per Anci e Upi, infine, in occasione della snellimento normativo, occorrerebbe semplificare le regole per il lavoro flessibile e il trattamento retributivo, anche accessorio, dei dipendenti pubblici, nonché quelle per le partecipazioni societarie e per i controlli esterni sugli enti locali, evitando stratificazioni legislative e di adempimenti di scarsa efficacia.