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24.02.2015 - Così gli integrativi provano a rimediare al blocco dei contratti

un articolo di Arturo Bianco del 24.02.2015 tratto da quotidianoentilocali.ilsole24ore.com

Così gli integrativi provano a rimediare al blocco dei contratti

di Arturo Bianco

 Il Rapporto dell'Aran

Aumenta il tasso di legittimità dei contratti integrativi e il loro contenuto è quasi dappertutto limitato alla ripartizione del fondo per la contrattazione decentrata: sono queste le principali indicazioni che emergono per il comparto Regioni ed enti locali dal terzo Rapporto sulla contrattazione integrativa realizzato dall'Aran e relativo ai contratti che sono stati trasmessi dalle amministrazioni pubbliche nel corso del 2013. Oltre il 91% dei contratti ha natura esclusivamente economica, provvedendo alla ripartizione del fondo: il che induce al giudizio che la contrattazione decentrata è «sospesa nella sostanza e concentrata solo sull'ordinaria amministrazione, sulle inevitabili determinazioni circa l'utilizzo dei fondi». Il rapporto dice inoltre che «la tendenza è quella di utilizzare tutte le voci contrattuali di carattere economico (dai criteri per il disagio alle indennità maneggio valori) per rispondere in qualche modo al blocco dei contratti» nazionali, che si registra dal 2010 fino, per ora, a tutto il 2015. L'aumento del tasso di legittimità dei contratti decentrati si realizza sia per gli aspetti relativi al rispetto dei vincoli formali e procedurali sia sul terreno dei contenuti.

Le materie 
Ormai i contratti si occupano quasi esclusivamente di materie che sono ad essi rimesse dalla contrattazione nazionale. Infatti essi si occupano soprattutto di: criteri ripartizione e destinazione risorse decentrate (76,84%); criteri per la erogazione della indennità di disagio (71,84%); criteri per l'erogazione della indennità di specifiche responsabilità (70,79%) e criteri per i sistemi di incentivazione del personale (65,26%). Sono invece fortemente diminuiti di numero i contratti che si occupano di materie ad essi precluse. Le infrazioni più frequenti sono le seguenti: programmi formazione personale (5,79%); risorse aggiuntive fondo per la progressione economiche (2,89%); metodologia di valutazione prestazioni e risultati (2,89%); misurazione della performance (2,37%); relazioni sindacali (1,84%).

Le procedure 
Sul versante del rispetto delle procedure e delle regole, si deve mettere in evidenza che circa il 5% dei contratti è stato inviato senza la relazione illustrativa ed il 4% senza la relazione tecnico finanziaria. Il monitoraggio evidenzia che siamo comunque in presenza di un forte calo di questo fenomeno. Molto importante è anche la correzione della tendenza a stipulare i contratti solamente nella parte finale dell'anno o nell'anno successivo: «Il secondo trimestre è il periodo di sottoscrizione più elevato per la maggior parte dei comparti con il 35% dei contratti monitorati sottoscritti in questo intervallo. Il 21% dei contratti monitorati sono stati sottoscritti nel primo trimestre, il 14% nel terzo trimestre e solo il 12% nell'ultimo trimestre del 2013». Per la parte restante siamo in presenza di contratti che si riferiscono a fasi diverse.

Le attività sul territorio 
Il tasso di "contrattazione", inteso come amministrazioni che hanno stipulato il contratto nel comparto Regioni ed autonomie locali, con riferimento però solamente a Regioni, Province e camere di commercio, quindi senza calcolare i Comuni (per i quali la rilevazione non è stata effettuata) è stimato nel 64%. Un dato molto rilevante è il tasso di "frammentazione", cioè il numero di amministrazioni che hanno inviato più di contratto. Il dato complessivo è fissato nel 12% ed è in netto calo rispetto agli anni precedenti. Nel comparto regioni ed enti locali esso è ancora più basso, scendendo al 10%. Da sottolineare che un numero rilevante di contratti, pur in presenza del blocco degli effetti economici fino a tutto il 2014, è tornato a prevedere le progressioni economiche: dal 6% del 2012 si è passati al 23% del 2013. È stato infine poco utilizzato lo strumento della «regolazione unilaterale»: appena due enti, quindi un valore percentuale inferiore allo 0,5%.

 

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