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05.04.2015 - tempi duri per chi difende la legalità

un articolo del collega Giuseppe Mendicino pubblicato su Left

Tempi duri per chi difende la legalità

Il premier Renzi vuole cancellare la figura del segretario comunale, che è anche un argine contro la corruzione.
Il racconto di chi questa professione la fa da vent’anni

di Giuseppe Mendicino*

«Mio nonno era segretario comunale e da bambino vedevo la sua dedizione al bene comune e alla difesa della legalità. Non credo sia possibile eliminare in breve tempo la figura del segretario comunale, che a me sembra insostituibile». Questa di Piercamillo Davigo è solo una delle tante dichiarazioni di importanti esponenti della società civile impegnati da anni in difesa della legalità, che hanno espresso preoccupazione per la decisione del Governo di abolire i segretari comunali.

Dopo aver ascoltato quell’annuncio mi è venuto in mente quando partivo dalla Brianza ogni lunedì mattina alle 4,30 con la mia vecchia Panda per andare a fare il segretario comunale a Selva di Cadore e Colle S.Lucia, 1.600 metri d’altitudine, 900 abitanti e storiche rivalità tra due paesi in mezzo ai quali passava una volta il confine con l’Impero Austro-ungarico. Mi sono ricordato dei miei vent’anni di attività senza mai un ricorso perso in gare pubbliche, le battaglie contro speculazioni edilizie e possibili danni erariali, il lavoro fatto insieme a dipendenti comunali di grande spessore umano e professionale. E ancora: le giornate per la legalità organizzate insieme a magistrati in prima linea contro mafia e corruzione e anche, quattro anni fa, quando scoprii, qui in Brianza, fidejussioni false per un valore di oltre 6 milioni di euro, prodotte in zone di camorra. Ricordi belli e duri, tanto studio e tanto lavoro.

Ma chi è il segretario comunale? Questa figura esiste sin dal 1865, e ha compiti, dice la legge, di attuazione dell’indirizzo politico dell’Amministrazione comunale, di coordinamento dell’attività amministrativa degli uffici e di controllo del- la legalità dell’azione amministrativa. Non solo. Negli ultimi due anni i segretari comunali sono stati anche individuati quali responsabili anticorruzione dei Comuni. Una figura professionale unica nella Pubblica amministrazione locale, a cui si può accedere dopo aver superato concorsi severi che richiedono un alto livello di conoscen- za del diritto amministrativo e del diritto civile, finanziario e penale. Fino al 1997 venivano nominati dai Prefetti, dopo la riforma Bassanini invece vengono scelti e nominati dai sindaci all’interno di un albo professionale.

Un anno fa, mentre elencava una serie di prossime riforme della Pubblica amministrazione, il presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciò la volontà di abolirli. Venne anche aperto un indirizzo mail al quale i cittadini avrebbero potuto inviare commenti e proposte. Subito dopo, tanti sindaci scrissero alla presidenza del Consiglio dei ministri per esprimere la loro contrarietà. Lo stesso ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia diede atto dell’importanza della funzione dei segretari soprattutto nei Comuni medio-piccoli. Nei mesi successivi, dieci Consi- gli regionali hanno votato a grande maggioran- za mozioni contrarie all’abolizione dei segretari comunali. La mobilitazione si è estesa. Gherardo Colombo ha espresso «stupore e incredulità per l’abolizione di una funzione essenziale, importante per tutelare la legalità negli enti locali». Corrado Stajano, che si è dichiarato «addolorato ed esterrefatto», ha messo in guardia sul fatto che «l’opinione pubblica non sa nulla di un progetto così distruttivo dello Stato di diritto, portatore di guasti irrimediabili». Nando dalla Chiesa ha scritto un articolo su Il Fatto del 20 luglio scorso, dal titolo significativo: “La riforma Madia elimina le sentinelle della legalità”. Umberto Ambrosoli ha lanciato un appello affinché non si verifichi «un vuoto di competenze tale da provocare anche l’eliminazione di un capillare filtro di legalità in migliaia di Comuni italiani che ovunque garantisce il rispetto del diritto nell’attività amministrativa e delle minoranze consiliari nell’attività politica locale». Analoghe dichiarazioni sono giunte da magistrati della Direzione investigativa antimafia, della magistratura amministrativa, della Corte dei conti e di tanti professori universitari di diritto amministrativo.

Dieci Consigli regionali si oppongono alla scelta del governo. Il magistrato Davigo: «Un ruolo insostituibile»

Sorpresa e contrarietà sono emerse in tutti gli schieramenti politici: alcuni avrebbero voluto al contrario rafforzare l’indipendenza dalla politica e il controllo di legalità dei segretari riportandoli alla nomina da parte dei Prefetti anteriore alla riforma Bassanini del ’97 (M5s), altri aumentare la possibilità di scelta dei Sindaci da un albo aperto ad altre figure dirigenziali (la maggior parte delle forze politiche). Soltanto la Lega e l’entourage del presidente del Consiglio sostenevano l’abolizione sic et simpliciter.

Al momento in cui scrivo la Commissione affari costituzionali pare aver trovato un possibile punto di equilibrio su un emendamento proposto da una deputata del Pd, ma la situazione è in continuo divenire.

Il grande filosofo Karl Popper spiegava che la cosa più importante in una società aperta non è chi governa ma come possiamo individuare meccanismi che consentano di controllare il rispetto della tripartizione dei poteri e delle leggi principali da parte di chiunque vinca le elezioni. Il mondo politico italiano si muove invece ancora una volta in direzione opposta: chi vince cerca di assorbire e dominare sia le opposizioni sia il mondo delle professioni, giustificando il tutto con la necessità di raggiungere senza indugi obiettivi decisi unilateralmente, a volte senza un adeguato approfondimento.

*segretario comunale di Arcore e Agrate Brianza

 

Il convegno con Cantone e Ambrosoli

La difesa della legalità negli enti locali e il ruolo del segretario comunale. Se ne parla l’8 aprile alla Camera (Sala della Regina, ore 14) nell’incontro organizzato dalle associazioni professionali dei segretari comunali. Le cronache degli ultimi tempi hanno dimostrato che la lotta alla corruzione che parta dai territori, è fondamentale. Partecipano all’incontro, tra gli altri, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, il consigliere della Regione Lombardia Umberto Ambrosoli, Angelo Rughetti, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta.

 

 

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