06/08/2015 - riforma Madia: un commento di un collega
L’art. 17 della legge di riforma della PA appena approvata in via definitiva dal Senato delega il Governo a riordinare la disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.
Tra i principi e i criteri direttivi cui dovranno uniformarsi i futuri decreti attuativi, si segnalano in particolare i seguenti:
• il rafforzamento del principio di separazione tra indirizzo politico amministrativo e gestione, con conseguente responsabilità amministrativo-contabile dei dirigenti per l’attività gestionale, mediante esclusiva imputabilità agli stessi della responsabilità amministrativo-contabile per la gestione (lett. t).
Il sistema è ora perfetto e completo.
Con la riforma Madia i dirigenti me li posso scegliere io e anche senza concorso; nel caso in cui facciano i cattivi (questi ingrati) e non mi obbediscano senza fiatare li posso comunque mandare a casa (ma nel vero senso della parola: A CASA, non senza incarico come oggi, ma A CASA!)) per "mancato raggiungimento degli obiettivi" (quali poi? boh...ma che importa?); posso imporgli (con la mia infallibile capacità di "moral suasion") di fare qualsiasi schifezza a loro firma (altrimenti li mando a casa, disoccupati a 50 anni) e, se per caso 'sti impuniti vogliono tirarmi in mezzo ad una responsabilità rilevata dal giudice dicendo che comunque la volontà partiva da me, mi metto al riparo con l'art.17 lettera t) sopra riportato.
Il sistema è chiuso, perfetto ed inattaccabile.