10/09/2020 - Il CGARS sul rapporto tra volumetria abitabile e potenzialità edificatoria.
QUI CGARS, Sez. giurisdizionale, sent. del 7 settembre 2020, n. 759.*
*=da giustizia-amministrativa.it
Ogni fabbricato che realizzi una volumetria abitabile, “assorbe” una volta e per sempre la c.d. “potenzialità edificatoria” - risultante dall’indice di edificabilità - dell’area sulla quale insiste.
Ciò significa, come pacificamente affermato dalla giurisprudenza (cfr., al riguardo, fra le tante: C.S., V^, 28.5.2012 n.3120; Id., 12.7.2004 n.5039; Id., 27.6.2006 n.4117; Id, 28.2.2001 n.1074; C.S., IV^, 6.5.2013 n.2442; Id., 22.5.2012 n.2941), che la costruzione eseguita su un’area che venga poi frazionata in più particelle catastali, continua ad assorbire (o a “saturare”) la potenzialità edificatoria anche delle particelle successivamente “staccate”.
Del resto, se così non fosse, sarebbe agevole aggirare la normativa sugli indici di edificabilità, volta proprio a limitare la potenzialità edificatoria delle aree costruendo su una parte marginale di ogni area, e poi procedere al frazionamento della stessa e chiedere una nuova concessione per edificare sulla porzione rimasta libera dall’ingombro volumetrico realizzato dalla costruzione, e poi procedere ad ulteriori frazionamenti in modo da edificare ogni volta sui relitti di area via via rimasti sgombri. (cfr. Cgars, sez. giur., 14 maggio 2019 n. 430).
Quanto all’art. 757 c.c., che disciplina gli effetti retroattivi delle divisione ereditaria (“ogni coerede è reputato solo e immediato successore in tutti i beni componenti la sua quota... e si considera come se non avesse mai avuto la proprietà degli altri beni ereditari”), esso non può che riferirsi agli effetti civilistici e non alla disciplina amministrativa che regolamenta le potenzialità edificatorie del fondo.