02/09/2020 - Finanziamenti: contributi per i piccoli Comuni in condizioni di disagio socio-economico
tratto da entilocali-online.it
Finanziamenti: contributi per i piccoli Comuni in condizioni di disagio socio-economico
01Set, 2020 by Redazione
E’ stato pubblicato in G.U. n. 213 del 27 agosto 2020 il Decreto 10 agosto 2020 del Ministero dell’Interno, concernente la “Definizione dei parametri per la determinazione delle tipologie dei piccoli Comuni che possono beneficiare dei finanziamenti previsti dalla Legge 6 ottobre 2017, n. 158”.
Il Decreto adottato dal Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e con il Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, sentito l’Istat, è volto a definire i parametri occorrenti per determinare le tipologie dei Comuni che possono beneficiare dei contributi del fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale destinato ai piccoli Comuni che presentino condizioni di disagio socio-economico.
Detti parametri, indicati nell’Allegato “A” del Decreto, tengono conto delle seguenti condizioni:
a) Comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico;
b) Comuni caratterizzati da marcata arretratezza economica;
c) Comuni nei quali si è verificato un significativo decremento della popolazione residente rispetto al censimento generale della popolazione effettuato nel 1981;
d) Comuni caratterizzati da condizioni di disagio insediativo, sulla base di specifici indicatori definiti in base all’Indice di vecchiaia, alla percentuale di occupati rispetto alla popolazione residente e all’Indice di ruralità;
e) Comuni caratterizzati da inadeguatezza dei servizi sociali essenziali;
f) Comuni ubicati in aree contrassegnate da difficoltà di comunicazione e dalla lontananza dai grandi centri urbani;
g) Comuni la cui popolazione residente presenta una densità non superiore ad 80 abitanti per chilometro quadrato;
h) Comuni comprendenti frazioni con le caratteristiche di cui alle precedenti lett. a), b), c), d), f) o g;
i) Comuni appartenenti alle Unioni di Comuni montani di cui all’art. 14, comma 28, del Dl. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla Legge n. 122/2010, o Comuni che comunque esercitano obbligatoriamente in forma associata, ai sensi del predetto comma 28, le “funzioni fondamentali” ivi richiamate;
l) Comuni con territorio compreso totalmente o parzialmente nel perimetro di un Parco nazionale, di un Parco regionale o di un’Area protetta;
m) Comuni istituiti a seguito di fusione di Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti;
n) Comuni rientranti nelle Aree periferiche e ultraperiferiche, come individuate nella “Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree interne del Paese”, di cui all’art. 1, comma 13, della Legge n. 147/2013.
Il Decreto adottato dal Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e con il Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, sentito l’Istat, è volto a definire i parametri occorrenti per determinare le tipologie dei Comuni che possono beneficiare dei contributi del fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale destinato ai piccoli Comuni che presentino condizioni di disagio socio-economico.
Detti parametri, indicati nell’Allegato “A” del Decreto, tengono conto delle seguenti condizioni:
a) Comuni collocati in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico;
b) Comuni caratterizzati da marcata arretratezza economica;
c) Comuni nei quali si è verificato un significativo decremento della popolazione residente rispetto al censimento generale della popolazione effettuato nel 1981;
d) Comuni caratterizzati da condizioni di disagio insediativo, sulla base di specifici indicatori definiti in base all’Indice di vecchiaia, alla percentuale di occupati rispetto alla popolazione residente e all’Indice di ruralità;
e) Comuni caratterizzati da inadeguatezza dei servizi sociali essenziali;
f) Comuni ubicati in aree contrassegnate da difficoltà di comunicazione e dalla lontananza dai grandi centri urbani;
g) Comuni la cui popolazione residente presenta una densità non superiore ad 80 abitanti per chilometro quadrato;
h) Comuni comprendenti frazioni con le caratteristiche di cui alle precedenti lett. a), b), c), d), f) o g;
i) Comuni appartenenti alle Unioni di Comuni montani di cui all’art. 14, comma 28, del Dl. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla Legge n. 122/2010, o Comuni che comunque esercitano obbligatoriamente in forma associata, ai sensi del predetto comma 28, le “funzioni fondamentali” ivi richiamate;
l) Comuni con territorio compreso totalmente o parzialmente nel perimetro di un Parco nazionale, di un Parco regionale o di un’Area protetta;
m) Comuni istituiti a seguito di fusione di Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti;
n) Comuni rientranti nelle Aree periferiche e ultraperiferiche, come individuate nella “Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree interne del Paese”, di cui all’art. 1, comma 13, della Legge n. 147/2013.