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23/10/2020 - Tu vo' fa l'americano: dire "presidente della regione" non è chic...

tratto da luigioliveri.blogspot.com
Tu vo' fa l'americano: dire "presidente della regione" non è chic...
 
La disperante situazione del Paese si è svelata nel suo pieno oltre 20 anni fa, testimoniata dalle orripilanti pubblicità sulle città "da bere" sui whisky bevuti dal manager che con voce stentorea comunica "abbiamo l'esclusiva!".
Sempre in quell'epoca, si diffuse una tra le più provinciali e patetiche abitudine: la pubblicazione sui giornali delle offerte di lavoro in inglese. Altisonanti paroloni britannici, per offrire normalissimi posti di tecnico, impiegato o operaio.
La neo lingua, la divagazione, la perifrasi per distrarre. Una fregola senza fine, che ormai ha coinvolto da anni anche la stampa e il parlar comune, tanto da considerare come normale appellare come "governatori" i presidenti delle regioni.
Nella Costituzione e nell'ordinamento giuridico, la qualificazione dei presidenti delle regioni come governatori semplicemente non esiste.
Ma, per sentirsi un po' amerighèni (uàzz amèrega, maccherone me te magno), ci va di chiamare i presidenti delle regioni come "governatori". Hai visto mai che si capisca davvero quali sono i loro reali ruoli, poteri, competenze e responsabilità.
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Vi hanno detto che è bene vincere le battaglie? | Io vi assicuro che è anche bene soccombere, che le battaglie sono perdute nello stesso spirito in cui vengono vinte. || Io batto i tamburi per i morti, | per loro imbocco le trombe, suono la marcia più sonora e più gaia. || Gloria a quelli che sono caduti! | A quelli che persero in mare le navi di guerra! | A quelli che scomparvero in mare! A tutti i generali che persero battaglie, e a tutti gli eroi che furono vinti! | A gli infiniti eroi ignoti, eguali ai più sublimi eroi famosi.

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