07/10/2020 - L’agricoltore pensionato non paga l’Imu
tratto da Italia Oggi del 06.10.2020
L’agricoltore pensionato non paga l’Imu
I pensionati hanno diritto a fruire delle agevolazioni fiscali sui terreni, poiché si considerano coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali se continuano a svolgere la loro attività e sono iscritti nella previdenza agricola
di Sergio Trovato
L'agricoltore pensionato non paga l'Imu. I pensionati hanno diritto a fruire delle agevolazioni fiscali sui terreni, poiché si considerano coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali se continuano a svolgere la loro attività e sono iscritti nella previdenza agricola. Hanno diritto alle agevolazioni Imu anche i soci delle società di persone che svolgono l'attività agricola, purché abbiano la qualifica di coltivatori diretti o di imprenditori agricoli a titolo principale. Fruiscono del trattamento agevolato Imu anche i familiari coadiuvanti del coltivatore diretto, appartenenti allo stesso nucleo familiare. Infatti, se risultano iscritti nella gestione assistenziale e previdenziale agricola, nella qualità di coltivatori diretti, beneficiano degli stessi vantaggi fiscali cui hanno diritto i titolari dell'impresa agricola. Le agevolazioni sopra citate hanno effetto retroattivo, poiché sono state introdotte con disposizioni di interpretazione autentica. Queste novità sono contenute nell'articolo 78-bis del disegno di legge di conversione del dl «Agosto» (104/2020). Dopo vari contrasti giurisprudenziali e discutibili prese di posizione ministeriali, finalmente per le agevolazioni Imu ai pensionati arriva la soluzione normativa. L'agricoltore pensionato non è tenuto a pagare l'Imu sui terreni. Ex lege, dunque, gli agricoltori pensionati mantengono lo status di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, a condizione che continuino a svolgere l'attività e siano iscritti nella gestione previdenziale agricola. La norma di legge che riconosce il suddetto requisito viene espressamente qualificata di interpretazione autentica. Quindi, ha efficacia retroattiva e consente al pensionato di chiedere la restituzione del tributo eventualmente versato nei 5 anni precedenti. Al pensionato in agricoltura, prima di questo intervento normativo, non era consentito di fruire delle agevolazioni Imu, considerato che chi è in pensione non ritrae dall'attività agricola la fonte esclusiva di reddito. Così si è espressa anche la Commissione tributaria provinciale di Modena, prima sezione, con la sentenza 18 del 10 febbraio 2020. Secondo i giudici tributari, ma la pronuncia non è isolata, il pensionato non ha diritto ai benefici fiscali perché è escluso che «possa essere ritenuto coltivatore diretto». Lo status di pensionato è di ostacolo al riconoscimento delle agevolazioni Imu, in quanto la ratio «è quella di incentivare la coltivazione della terra» e di alleggerire dal carico tributario solo «quei soggetti che ritraggono dal lavoro la loro esclusiva principale fonte di reddito». In senso contrario sulla questione si è espresso il dipartimento delle finanze del Ministero dell'economia, con la risoluzione 1/2018. Per il Ministero, a differenza di quanto previsto per l'Ici, i coltivatori pensionati hanno diritto alle agevolazioni Imu sui terreni agricoli.
Inoltre, per «sostenere l'esercizio delle attività imprenditoriali agricole», recita il comma 1 dell'articolo 78-bis, viene fornita una corretta interpretazione dell'articolo 1, comma 705, della legge 145/2018, secondo cui le disposizioni contenute nella stessa si applicano anche ai periodi di imposta precedenti alla sua entrata in vigore. Ciò comporta che, anche per il passato, va riconosciuta l'esenzione Imu sui terreni ai familiari coadiuvanti del coltivatore diretto che fanno parte dello stesso nucleo familiare. Pertanto, se hanno la qualifica di coltivatori diretti e risultano iscritti nella previdenza agricola, i coadiuvanti hanno diritto ai vantaggi fiscali dei quali normalmente beneficiano i titolari dell'impresa agricola.