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25/11/2020 – Pa, la cultura della valutazione come spinta al miglioramento

Sul sito NTPlus del Sole24ore l’articolo integrale di di Raffaele Picaro e Marco Spiniello

Il coinvolgimento dei cittadini nella valutazione della performance della P.A. si rivela come uno dei temi di più difficile approccio.

Le ragioni per cui la valutazione partecipata non ha fino ad ora avuto i risultati sperati sono individuate dagli autori nelle seguenti situazioni :

·Scarsa cultura della valutazione, ancora oggi vissuta nelle amministrazioni pubbliche come un istituto meramente burocratico, finalizzato alla erogazione dei soli trattamenti accessori ai dipendenti collegati alla premialità, invece che come uno strumento di miglioramento dei processi produttivi. 

·Innato timore per la partecipazione dei cittadini e degli utenti nel processo valutativo: i cittadini e gli utenti finali sono avvertiti come una “minaccia” al processo di valutazione, potendone condizionare l’esito finale con ricadute sui predetti trattamenti economici, e non solo. Il vertice politico, inoltre, è stato fino ad oggi poco incline alla diffusione di una vera cultura della valutazione, intesa come strumento di miglioramento, ed a volte teme il giudizio dei cittadini sui servizi erogati dalla pubblica amministrazione.

·Il coinvolgimento dei cittadini e degli utenti avviene quasi sempre nella fase finale del ciclo della performance, senza ricadute, se non indirette e mediate, nella fase della pianificazione e, dunque, all’atto della determinazione degli obiettivi da perseguire.

·Patologica complessità dei processi amministrativi, che non favorisce certamente la loro mappatura né una consapevole perimetrazione degli stakeholder.

Alcune misure potrebbero essere oggetto di immediata adozione per agevolare l’introduzione della valutazione partecipata sono : 

·Assumere iniziative tese ad introdurre la valutazione della performance organizzativa dell’amministrazione nel suo complesso, attribuendo un peso significativamente rilevante alla valutazione dei cittadini e degli utenti; 

·associare alla valutazione di questa dimensione della performance (organizzativa) il 50% dei premi di produttività; 

·stabilire che la dimensione della performance organizzativa sia valutabile segnatamente con riferimento al valore pubblico prodotto e non ai soli obiettivi interni realizzati; 

·obbligare gli Organismi indipendenti di valutazione della performance a rendere la prescritta “validazione” della Relazione della performance, quale momento propedeutico necessario alla distribuzione dei trattamenti economici accessori, esclusivamente in presenza di un evidente e diffuso coinvolgimento dei cittadini e degli utenti, tanto nel processo valutativo quanto nella fase di pianificazione.

 

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