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13/03/2020 - Lavoro agile regola nella pubblica amministrazione

tratto da Italia Oggi del 13.03.2020
Nuova direttiva del ministro Dadone
Lavoro agile regola nella pubblica amministrazione
 
Ripensare l'organizzazione del lavoro delle pubbliche amministrazioni. La direttiva 2/2020 della Funzione Pubblica è tranciante: le misure di contenimento del contagio da coronavirus impongono un cambiamento del paradigma del lavoro, tale da cogliere l'obiettivi primario, consistente nel far sì che meno persone possibili debbano lasciare casa per recarsi al lavoro.
Lo strumento principale è il lavoro agile e va colto “l'obiettivo prioritario di includere anche attività originariamente escluse” da questo sistema di lavoro.
La direttiva del ministro Fabiana Dadone, quindi, spinge le pubbliche amministrazioni ad ipotizzare progetti di lavoro agile che vadano oltre i limiti progettuali consueti, in considerazione dell'esigenza prioritaria di contenere la mobilità dei lavoratori.
Per la prima volta un documento governativo indica con maggiore dettaglio i servizi “essenziali” (da non confondere con la tipologia dei servizi esclusi dalla possibilità di scioperare). Si tratta di quei servizi che svolgono l'attività indifferibili con riferimento sia all'utenza interna (a titolo esemplificativo: pagamento stipendi, attività logistiche necessarie per l'apertura e la funzionalità dei locali) sia all'utenza esterna”.
L'individuazione di questi servizi, consente, per differenza, di specificare quelli che si prestano al lavoro agile come forma ordinaria, che, specifica la Direttiva, non prevede un “numero massimo” di fruitori. Pertanto, le p.a. debbono puntare ad estenderlo al massimo possibile.
Contestualmente, i datori di lavoro pubblici debbono organizzarsi in modo da limitare la presenza del personale negli uffici per i quali non sia possibile l'attività in lavoro agile ai soli casi in cui la presenza fisica sia indispensabile. E comunque, in modo da ridurre al minimo il contingente di personale occupato. Allo scopo, vanno adottate “forme di rotazione” che assicurino “prioritariamente la presenza del personale con qualifica dirigenziale in funzione del proprio ruolo di coordinamento”.
Per la rotazione dei dipendenti addetti alle funzioni essenziali, la Funzione Pubblica ricorda che gli enti, nell'esercizio dei propri poteri datoriali, hanno il potere di adottare strumenti ulteriori come titolo per lasciare a casa i dipendenti: fruizione degli istituti di congedo, della banca ore (straordinari da recuperare) o istituti analoghi. Ovviamente, priorità va data alle ferie arretrate.
Laddove occorrano (e in questa fase ai fini del coordinamento, sono essenziali) riunioni, vanno svolte con modalità telematiche o tali da assicurare, se non si può fare a meno della presenza fisica, un adeguato distanziamento come misura precauzionale.
Sospese missioni e viaggi, a meno di esigenze assolutamente straordinarie. Allo stesso modo, la Direttiva intende contenere gli spostamenti nel territorio di personale che svolga incarichi ad interim o “a scavalco” cioè a cavallo di più sedi: questi dipendenti lavoreranno in un'unica sede anche a beneficio dell'altra alla quale siano adibiti.
In ogni caso, il contenimento dell'epidemia va garantito con tutte le misure organizzative che permettano il più ampio utilizzo di strumenti telematici di comunicazione interna (sito internet, intranet, newsletter, messaggistica per telefonia mobile).
Per quegli uffici che svolgano funzioni con ricezione di pubblico o, comunque, di erogazione diretta al pubblico, le attività indifferibili “sono prioritariamente garantite con modalità telematica o comunque con modalità tali da escludere o limitare la presenza fisica negli uffici”. Insomma, occorre “dematerializzare” il procedimento, il provvedimento e “l'appuntamento”, privilegiando l'appuntamento telefonico o l'assistenza virtuale). Se ciò non fosse possibile, occorre scaglionare le presenze nei locali, anche mediante prenotazioni di appuntamenti.
Per i locali va apprestata un'accurata disinfezione delle superfici e degli ambienti e che sia mantenuta un'adeguata distanza (c.d. distanza droplet) tra gli operatori pubblici e l'utenza. La limtazopme dell'accesso nelle sedi a soggetti esterni alle sedi istituzionali va disposta “consentendo l'ingresso nei soli casi necessari all'espletamento delle attività indifferibili e in ogni caso attraverso modalità tracciabili, nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali”. Restano sospese le prove concorsuali su tutto il territorio nazionale e per quelle amministrazioni che forniscano servizi di mensa, o che mettono a disposizione dei lavoratori spazi comuni, si deve garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale (c.d. distanza droplet), mediante misure di turnazione tali da evitare l'assembramento di persone.
Luigi Oliveri
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