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04/03/2020 - Nell’emergenza la PA attiva lo smart working

tratto da lapostadelsindaco.it
Nell’emergenza la PA attiva lo smart working
La Rivista del Sindaco  04/03/2020 Osservatorio della settimana
In questo momento di grave emergenza sanitaria, il lavoro degli enti locali e dei loro uffici non si ferma, anche grazie allo smart working. Tranne nelle cosidette zone rosse colpite dai focolai dell’epidemia da Covid-19, lo svolgimento delle attività istituzionali e il lavoro degli uffici pubblici è rimasto e rimarrà operativo nei normali orari lavorativi, ma privilegiando le modalità di orario flessibile per quei dipendenti più esposti al contagio, come i portatori di patologie, quelli che si recano sul posto di lavoro grazie a mezzi di trasporto pubblico, o coloro che si devono prendere cura dei propri figli, impossibilitati ad andare a scuola a causa della chiusura di queste.
Il ministro della PA Fabiana Dadone lo ha chiarico con la direttiva n. 1/2020, fatta pervenire a tutti gli uffici ed estesa anche a società a controllo pubblico ed enti vigilati, in cui si specifica che si deve assicurare al personale “complessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro”. Per i dipendenti provenienti dalle aree soggette in cui sono state attivate le misure di contenimento o che sono stato in contatto con persone appartenenti a quelle aree c’è l’obbligo (più volte ribadito) di comunicare tale circostanza alle amministrazioni di appartenenza, in modo che arrivi la comunicazione anche all’autorità sanitaria competente.
La stessa direttiva stabilisce la prosecuzione di riunioni, eventi aggregativi e attività formative (come seminari o convegni) per mezzo di modalità telematiche. Inoltre, si obbliga una turnazione negli spazi comuni o riservati alla mensa, per evitare contatto fisico ravvicinato e sovraffollamento. Solo le missioni nazionali e internazionali ritenute indispensabili o impossibili da rimandare saranno garantite, mentre le altre saranno eseguite in modalità di call conference.
In caso di concorsi già stabiliti, si dovrà assicurare che nello svolgimento di questi i contatti ravvicinati tra i vari partecipanti sarà ridotto al minimo. Se i concorsi invece in programma concorsi di cui non si è ancora reso noto il calendario delle prove preselettive e scritte, l’amministrazione potrà valutarne la riprogrammazione delle date di svolgimento, insieme all’autorità sanitaria territoriale.
Si raccomanda anche di evitare il sovraffollamento negli uffici destinati al ricevimento del pubblico, con il suggerimento di scaglionare le presenze. Le zone degli uffici dovranno essere aerate di frequente e soggette ad attenta pulizia, mirata alla disinfezione di superfici e ambienti da parte delle ditte incaricate.
Gli enti pubblici si dovranno anche premunire di strumenti di igene quali dispensatori di disinfettante o antisettico per le mani, salviette per mani monouso, ed in caso l’autorità sanitaria lo prescriva anche di guanti e mascherine per specifiche attività lavorative. L’ente si dovrà occupare anche dell’approviggionamento di tali strumenti e di farli ricevere ai propri dipendenti, o a quanti operano all’interno dell’amministrazione.
Un ultimo appunto riguarda la diffusione tempestiva per mezzo dei moderni strumenti di comunicazione delle indicazioni presenti nel decalogo emesso dal ministero della salute, mirato alla contenimento della diffusione del Coronavirus, in cui si trova anche il numero verde (il 1500) da contattare in caso si sia tornati da meno di 14 giorni dalla Cina o si abbia la febbre. Per rendere note le misure adottate dall’ente al dipartimento della funzione pubblica, in modo che questo possa monitorare il livello di attuazuone della direttiva, si dovrà scrivere all’indirizzo Pec: protocollo_dfp@mailbox.governo.it
Articolo di Laura Egidi
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