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07/05/2020 - Comuni, crollano le entrate: -2,7 miliardi in quattro mesi 

tratto da Il Sole 24 Ore - 06 Maggio 2020
Comuni, crollano le entrate: -2,7 miliardi in quattro mesi 
di Gianni Trovati
Il Sole 24 Ore - 06 Maggio 2020
 
ROMA In queste settimane di negoziati fra sindaci e governo sul fondo da infilare nella maximanovra anticrisi per sostenere le casse locali sono circolate molte stime sulla perdita di entrate prodotta dal blocco dell' economia. Il risultato è un intervento da 3 miliardi, e un tavolo di monitoraggio per vedere come andrà nei prossimi mesi. Ma c' è un dato che non è una stima: è nascosto nelle tabelle del cervellone Mef che monitora in tempo reale entrate e uscite delle casse pubbliche. E fa paura. Perché nei primi quattro mesi dell' anno i Comuni hanno già perso per strada 2,715 miliardi fra tributi e tariffe, quelle che si pagano per servizi come il trasporto scolastico, la mensa, i parcheggi.
Senza un colpo di reni rapido e deciso, insomma, i tre miliardi rischiano seriamente di non bastare. Al punto che i Comuni ipotizzano per quest' anno un taglio alle entrate che viaggia fra i 5 e gli 8 miliardi. Che l' Italia paralizzata dal lockdown fermasse anche le entrate dei sindaci era un fatto ovvio. Scuole, negozi, bar e ristoranti chiusi e traffico azzerato colpiscono dritto al cuore delle entrate locali. Gli uffici svuotati dal «lavoro agile», formale o sostanziale, hanno fatto il resto. Ma quando dalle stime si passa ai calcoli su quel che è successo davvero lo scenario cambia drasticamente. In peggio. La radiografia del «Siope», il sistema informatico del Mef che segue giorno per giorno incassi e pagamenti degli enti pubblici, parla chiaro, e mostra i ritmi di accelerazione della crisi nelle settimane della «Fase 1».
Tra gennaio e marzo le tasse locali si sono fermate a 3,49 miliardi, contro i 4 miliardi dei primi tre mesi 2019, e le tariffe hanno totalizzato 1,96 miliardi contro i 2,4 dell' anno prima. Ma ad aprile il crollo è totale: 323 milioni di tasse contro gli 1,42 miliardi del 2019, e 265 milioni di tariffe contro gli 852 dell' anno prima. Risultato: in quattro mesi 2,715 miliardi di entrate in meno rispetto allo stesso periodo dell' anno prima, con una caduta del 31%. Certo, su questi numeri pesa la congiuntura del lockdown, la sospenione dei tributi erariali che ferma l' addizionale Irpef di aprile e qualche incasso di aprile che ancora deve essere stabilizzato nelle tabelle. Ma nel caso dei Comuni la «fase due» offre quanto meno lo stesso numero di incognite della «fase uno». Per tante ragioni.
Anzitutto queste cifre riguardano quella che di solito è la parte più tranquilla dell' anno, prima del D-day del 16 giugno quando arrivano gli 8 miliardi abbondanti dell' acconto Imu. Ed è complicato pensare che nell' Italia schiacciata dalla crisi imprese e famiglie si presentino puntuali alla cassa, tanto che il governo sta studiando una sospensione almeno di interessi e sanzioni per chi ritarderà. Altrettanto difficile è immaginare di recuperare le entrate perse in questi mesi. Per capirlo basta pensare al caos della tassa rifiuti: molti Comuni hanno di fatto sospeso la riscossione, per scelta o più spesso per ragioni di paralisi amministrativa.
E la crisi investe a catena le imprese di igiene urbana, in particolare di quelle private che con Fise-Assoambiente oggi lanciano l' allarme sui rischi di liquidità perché il servizio continua, ma le entrate sono ferme. Ma imprese e negozi che stanno riaprendo, e ancor più quelli che come bar e ristoranti devono attendere ancora, sono alle prese con problemi di sopravvivenza che lasciano poco spazio agli obblighi fiscali locali. In ogni caso il problema è la cassa, sostenuta per ora dall' anticipo da 4,3 miliardi del fondo di solidarietà: perché a prescindere dalle chance più o meno fondate di recuperi parziali i servizi, e soprattutto il welfare dell' emergenza, vanno finanziati ora.
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