11/12/2020 -La misurazione della corruzione attraverso le sentenze della magistratura
La definizione dei metodi di misurazione dei fenomeni corruttivi rappresenta un tema centrale nel dibattito scientifico e, soprattutto, nei contesti multilaterali dove si elaborano le politiche di contrasto a livello globale. Le Autrici e gli Autori muovono dalla ricognizione delle metodiche sinora impiegate, evidenziando i limiti e le criticità che caratterizzano in particolar modo gli strumenti di misurazione c.d. soggettivi o percettivi. Su questa premessa, nell’articolo si propone un’innovativa metodologia, a carattere interdisciplinare, attraverso la quale raggiungere una rappresentazione oggettiva del fenomeno corruttivo, come emerge dalle fonti giudiziarie. In particolare, il metodo presentato si fonda sull’applicazione di strumenti di text mining e tecniche statistiche ad una base informativa, oggettiva e stabile, rappresentata da un campione significativo di sentenze pronunciate dalla Suprema Corte di Cassazione, nel periodo compreso tra il 2015 e il gennaio 2020, in materia di reati corruttivi (artt. 317, 318, 319, 319-quater, 321 del codice penale). Nell’articolo si offre una preliminare esposizione del metodo e se ne pongono in evidenza le potenzialità conoscitive e applicative, che non si esauriscono nella misurazione (quantitativa) del fenomeno osservato. L’analisi automatica, mediante text mining, consente infatti di interrogare a fondo la fonte giudiziaria (sentenze) per trarne informazioni estremamente significative nella prospettiva scientifica della descrizione qualitativa della variegata fenomenologia corruttiva. Il metodo a base oggettiva presentato, infine, rappresenta uno strumento promettente per lo sviluppo di politiche di prevenzione e contrasto evidence-based