29/04/2020 - Ricorsi da lockdown, il Tar è per la salute
tratto da lapostadelsindaco.it
Ricorsi da lockdown, il Tar è per la salute
La Rivista del Sindaco 29/04/2020 Osservatorio della settimana
In seguito al lockdown il Tar è stato sommerso da una valanga di ricorsi, da parte di esercenti, professionisti e cittadini che hanno deciso di contestare le misure restrittive, imposte per far fronte all’emergenza da Covid-19. Tra i motivi e gli argomenti più comuni dei ricorsi troviamo il divieto di uscire, l’impossibilità di recarsi al lavoro e la chiusura dei self service di alimenti e bevande. A tali istanze di tutela cautelare, con ovvie seppur rare eccezioni, i giudici hanno confermato l’importanza della tutela della salute pubblica.
Il Tar della Campania si è ritrovato a deliberare su un’istanza cautelare avanzata da una casa di cura, chiusa temporanea, ente dall’azienda sanitaria locale, in seguito al propagarsi del virus tra i pazienti (nonostante l’applicazione dichiarata delle procedure di contenimento). Con il decreto 779/2020, il Tar conferma che non c’è danno d’immagine che tenga: in presenza di contagi, la struttura sanitarie deve rimanere chiusa.
Il Tar di Napoli si è invece dovuto esprimere con il decreto 776/2020 circa la determina di una giunta regionale che ha escluso un centro analisi dall’indagine di mercato per l’individuazione di laboratori a cui affidare le analisi dei tamponi. La determina non va sospesa, perché la chiara lunga durata dell’emergenza sanitaria, permetterà al laboratorio escluso di rifarsi.
Il Tar del Veneto ha confermato la legittima chiusura dei cimiteri, vietandone la visita anche ai parenti più prossimi, con il decreto 205/2020. Un genitore aveva infatti fatto ricorso per ottenere una sospensione della chiusura del camposanto, ordinata dal sindaco fino al 3 maggio.
Il Tar di Catania (decreto 235/2020) ha stabilito il legittimo impedimento per un laboratorio privato di eseguire test diagnostici per il Covid-19 in assenza di sintomi di un soggetto. Tale condotta porterebbe a risultati fuorvianti per la popolazione e non indicativi ai fini clinici: in quanto i test negativi su soggetti asintomatici potrebbe portare ad un abbassamento della cautela, con ovvie ripercussioni sulla salute pubblica.
Un cittadino calabrese dopo essersi vista imposta la quarantena domiciliare dopo aver violato il divieto di circolare senza giustificato motivo, ha impugnato il provvedimento che infligge la quarantena anche senza atto applicativo della misura da parte dell’azienda sanitaria locale. Il Tar di Catanzaro ha confermato la necessità della quarantena (decreto 219/2020), in seguito a tale violazione da parte del cittadino.
Allo stesso modo viene confermata la legalità (e necessità) di inviare un solo componente della famiglia, una volta al giorno, per fare la spesa, nonostante un gruppo di cittadini di un piccolo comune cagliaritano avesse invocato l’interesse individuale alla libertà di approvvigionarsi di beni di prima necessità. Questo viene prevalso dall’interesse generale per la rigorosa prevenzione anti-coronavirus, come decretato dal Tar Sardegna (122/2020) e dal Consiglio di Stato (2028/2020).
Insomma, numerosi sono stati i ricorsi, ma i Tar di tutta la penisola concordano (giustamente) nel mettere al primo posto la salute pubblica, oggi in grave emergenza.
Articolo di Laura Egidi
