24/04/2020 - Dopo un anno di attesa va in G.U. il dpcm che dovrebbe portare 40 mila ingressi nei municipi - Enti, meno entrate meno assunti - Indice di virtuosità dei comuni a rischio a causa del Covid
tratto da Italia Oggi del 24.04.2020
Dopo un anno di attesa va in G.U. il dpcm che dovrebbe portare 40 mila ingressi nei municipi - Enti, meno entrate meno assunti - Indice di virtuosità dei comuni a rischio a causa del Covid
di Luigi Oliveri
Varato il dpcm che, a decorrere dal 20 aprile, cambia per i comuni il sistema di computo delle risorse per le assunzioni. Il decreto, atteso da quasi un anno, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.106 del 23 aprile. I contenuti del dpcm pubblicato sono esattamente gli stessi dell'ultima bozza che era circolata a gennaio. I problemi non consistono tanto e solo nel merito delle previsioni, quanto nell'opportunità dell'adozione del dpcm proprio in questo periodo.
Trascorso quasi un anno dall'adozione del d.l. 34/2019 (entrato in vigore il 30 aprile 2029), del quale il dpcm attua l'articolo 33, comma 2, forse sarebbe stato opportuno fermarsi e attendere ancora tempi migliori, per modificare radicalmente il contenuto. Il dpcm, infatti, conferma l'impostazione secondo la quale le facoltà assunzionali saranno legate all'indice di virtuosità dei comuni, dato dal rapporto della spesa di personale al lordo degli oneri riflessi (ma al netto dell'Irap) con la media triennale delle entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti approvati, considerate al netto del fondo crediti di dubbia esigibilità stanziato in bilancio di previsione. Ma, questa impostazione, basata sulla virtuosa sostenibilità della spesa corrente di personale in base a corrispondenti entrate di parte corrente, se poteva essere considerata applicabile ed utile un anno fa, nel dopo emergenza Covid rischia di sortire l'effetto opposto a quello voluto dal legislatore, cioè incrementare di circa 40 mila unità le dotazioni organiche dei comuni. Il perché di questo rischio è semplice: per gli anni 2020 e probabilmente 2021 il denominatore del rapporto tra spesa di personale ed entrate si ridurrà drasticamente, perché le entrate andranno a picco. Quindi, in assenza di correttivi urgenti, è verosimile che gli enti virtuosi nel 2020, l'anno prossimo, quando terranno conto del rendiconto del 2020 avranno un vistoso peggioramento del rapporto, così da andare oltre i valori soglia previsti dalla Tabella 1 del dpcm. Gli enti della seconda fascia, con un rapporto spesa di personale/entrate correnti superiori alla Tabella 1, ma inferiore alla soglia di non virtuosità indicata nella Tabella 3 e gli enti con valori soglia superiori alla Tabella 3 rischieranno di veder peggiorato il proprio valore soglia, nell'impossibilità di ridurlo annualmente, come invece il dpcm stabilisce. Gli enti non virtuosi, negli anni 2020 e 2021 vengono di fatto privati della possibilità di ridurre il rapporto spesa entrate, facendo leva su queste ultime; con la conseguenze di trovarsi nell'impossibilità di effettuare assunzioni. Di fatto, quindi, il dpcm finisce per modificare le facoltà assunzioni dal 20 aprile in poi, con benefici per i soli enti virtuosi, ma limitatamente all'anno 2020.
Appare chiara la necessità di modificare le fasce di virtuosità per gli anni successivi o di neutralizzare gli effetti della crisi Covid sulle entrate correnti. Il testo del dpcm conferma che, comunque, nel 2020 non sarà subito possibile attivare la spesa consistente nel delta tra il valore soglia previsto dalla Tabella 1 e il apporto spesa/entrate effettivo, se inferiore. L'articolo 5 del decreto permette fino 2024, infatti, di assumere incrementando la spesa di personale del 2018 delle percentuali previste dalla Tabella 2, aggiungendo le risorse assunzionali ancora residue del quinquennio precedente il 2020; il tutto, comunque, garantendo che per ciascuno degli anni del quinquennio la spesa non superi i valori soglia della Tabella 1. I comuni con meno di 5 mila abitanti facenti parte di unioni di comuni, potranno incrementare la propria spesa di personale di 38 mila euro, così da poter assumere almeno un dipendente in più, da collocare in comando obbligatorio presso l'unione di comuni, che si accolla gli oneri. Le assunzioni effettuate in applicazione del dpcm, potenzialmente, per i soli comuni virtuosi, potrebbero portare ad una crescita del valore assoluto del costo del personale. L'articolo 7, comma 1, di conseguenza prevede che la maggiore spesa del personale non sia da considerare ai fini del tetto consistente nella media della spesa del triennio 2011-2013, o, per i comuni con meno di 1.000 abitanti, la spesa del 2008.