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14/04/2020 - Emergenza Covid-19 e sospensioni dei mutui degli enti locali

tratto da lapostadelsindaco.it
Emergenza Covid-19 e sospensioni dei mutui degli enti locali
La Rivista del Sindaco  14/04/2020 Finanza Locale
 
La scorsa settimana è stato firmato l’accordo tra Anci, Abi e Unione delle Province per mettere l’ultimo tassello alla questione della sospensione dei mutui degli enti locali, allo scopo di liberare dal servizio al debito risorse di spesa corrente fondamentali per gestire l’emergenza sanitaria.
L’intesa ha portato anche alla sospensione da parte delle banche dei pagamenti delle quote capitali dei loro contratti di finanziamento con Comuni, Provincie e Città metropolitane.
La cifra totale dei mutui chiamati in causa (dopo l’ingresso del sistema bancario) ammonta a circa 7,5 miliardi di euro, coinvolgendo 1.8000 enti. Grazie a questo stop annuale delle quote capitale si parla di liberare fino a 500 milioni di euro, divisi tra 100 per Province e Città Metropolitane e 400 per i Comuni. Un promettente ed ingente tentativo di liberare spesa locale per far fronte alla crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria.
Sono tre i grandi capitoli a costituzione del pacchetto finanziamenti delle amministrazioni:
- i vecchi mutui Mef, che sono nati prima del 2003 per poi passare alla Cassa depositi e prestiti; bloccati dal decreto di Marzo, portando alla liberazione di 600 milioni da dividersi tra enti locali e Regioni
- la Cassa depositi e prestiti, che possiede la maggioranza dei mutui locali (135.000 contratti), che è stata trattata due settimane fa, con un blocco che permetterà l’utilizzo di 1,4 miliardi di euro (1,2 per gli enti locali e il resto per le Regioni) per far fronte all’emergenza in atto.
- infine, l’accordo stipulato la scorsa settimana con le banche, che punta a liberare circa 2,5 miliardi di euro per portare aiuto alle famiglie in difficoltà e a sostenere i servizi sociali, oggi più che mai necessari nel territorio
Come accaduto con la Cassa depositi, la sospensione annuale con le banche porterà ad una revisione del piano di ammortamento per allungare la durata del contratto, in modo da lasciare spazio negli anni a venire ai pagamenti che ora saltano. La durata massima di questo allungamento non potrà sforare i 30 anni. Lo scopo di questo stop ai mutui è quello di sciogliere delle risorse ora indispensabili per ridurre i problemi di casse locali, che si trovano in situazione di drastica crisi data la sospensione (causata dall’emergenza sanitaria) di servizi tariffari come asili nido, mense scolastiche, trasporto e la caduta degli incassi derivanti dalla Tari e dai cosiddetti “tributi minori”. Anche i tributi maggiori si vedranno sospesi dal decreto di Aprile.
Il termine ultimo per presentare agli enti locali le richieste è il 15 maggio.
Articolo di Gianluca Galli
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