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28/08/2020 - Come un sindaco ha aggirato il divieto di accendere l’autovelox stabilito dal prefetto

tratto da lapostadelsindaco.it
Come un sindaco ha aggirato il divieto di accendere l’autovelox stabilito dal prefetto
La Rivista del Sindaco  28/08/2020
 
Multe creative” e dove trovarle potrebbe essere il titolo di questo articolo, che parla infatti del modo architettato dal Comune di Cerignola (paese del foggiano) per potere effettuare multe in un tratto in cui non sarebbe altrimenti stato facile, con uno “stratagemma” piuttosto particolare. Si tratta di un caso che mostra bene le incongruità e gli strani spiragli del nostro sistema di norme stradali, a volte sono fatte per aumentare la sicurezza, altre per evitare abusi repressivi, ma anche per venire un po’ incontro agli indisciplinati, che si sa votano come tutti gli altri e non sono certo pochi.
A Cerignola passa la statale Adriatica 16, con un tratto moderno, diritto e facilmente percorribile a velocità sostenuta (e spesso ben oltre i limiti). In questa strada, il prefetto è intervenuto per mediare e stabilire un vero e proprio calendario per l’utilizzo dell’autovelox da parte dei vari Comuni nel cui territorio si trova questo tratto di strada ritenuto a ragione strada veloce e trafficata. Oltre ai due autovelox (in direzione nord e sud) quello di Cerignola, nell’arco di 20 chilometri anche il comune di Stornara ha potuto piazzare un suo autovelox, ed in precedenza ce ne era anche uno terzo di Orta Nova. Situazioni di simile “condivisione” si sono trovati anche nella superstrada Firenze-Pisa-Livorno (uno dei primi casi, con diverse pattugli di vigili schierate in sequenza), e anche ai prefetti di Forlì per gestire un’analoga situazione sulla E45.
Si intuisce facilmente che un simile dispiegamento, spesso da far funzionare a turno per poche ore, conduce ad un minor introito nelle casse Comunali, per quanto riguarda le multe stradali. Il Comune di Cerignola era già stato oggetto i polemiche per il suo utilizzo delle immagini di videosorveglianza, utilizzate allo scopo di multare gli automobilisti in divieto di sosta, ne ha escogitata “un’altra delle sue”: lasciare sempre acceso l’autovelox e convertire le infrazioni alla velocità (eccesso di velocità) commesse fuori dall’orario concesso in “multe per velocità non commisurata”, come da articolo 141. Infatti, l’articolo 141 si applica soltanto quando non è presente un misuratore e a definire l’effrazione deve essere l’occhio di un agente o l’uscita di strada di un veicolo. Tale articolo è però poi stato inserito nella legge 120/2020, in cui si amplia l’elenco delle violazioni accertabili con autovelox privi del presidio degli agenti, che a livello concettuale nemmeno richiederebbe l’utilizzo di un strumento… che se presente porterebbe direttamente all’eccesso di velocità.
Tale errore concettuale è stato sfruttato da Cerignola per tenere accesi gli autovelox oltre il consentito, e portando all’assurdo di multe molto inferiori a quelle che si dovrebbero pagare; più il limite viene sforato, più la multa in genere è salata (anche di diverse centinaia di euro) e si rischiano anche i punti ed il ritiro della patente, mentre una multa per velocità non commisurata costa “solo” 87 euro, con un aggravio per l’infrazione notturna pari al 30% (arrivando così a 116 euro). Questo anche per chi sfora correndo a velocità pazzesche. Un episodio sicuramente al limite, ma che fa riflettere sulle strane incongruenze che spesso la legge crea, ed a cui certe amministrazioni si aggrappano senza ritegno.
 
Articolo di Massimo Chiappa
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