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03/09/2019 - Il trasporto scolastico è un rebus

tratto da Il Sole24 Ore del 02.09.2019

Il trasporto scolastico è un rebus

di Eu. B.
 
Il futuro del trasporto scolastico resta un rebus. Complice la crisi di governo che ha bloccato l’iter del decreto precari e che avrebbe assicurato ai Comuni di avere un ombrello legislativo per continuare a erogare il servizio senza farlo pagare interamente agli utenti.
Il caos sui servizi di scuolabus è scoppiato in piena estate. A sollevare il tema è stata l’associazione dei Comuni italiani con una lettera ai ministeri competenti (Istruzione e Trasporti). Nel richiamare una recente sentenza della Corte dei Conti Piemonte - che ha definito il trasporto scolastico un servizio pubblico locale anziché a domanda individuale, vietando di fatto agli enti locali di ridurre o azzerare la quota di partecipazione delle famiglie - l’Anci ha chiesto una norma chiarificatrice. Che in realtà era arrivata. L’articolo 5 del Dl ”precari” consentiva agli enti locali di aiutare le famiglie rispettando l’equilibrio finanziario. Ma il decreto non è mai arrivato in Gazzetta Ufficiale e l’anno scolastico è ormai. Nel frattempo una nuova pronuncia della Corte dei conti, stavolta della Puglia, ha stabilito un principio differente: gli enti possono supportare l’utenza purché con risorse «reperite nel rispetto della clausola d’invarianza finanziaria espressa nel divieto dei nuovi e maggiori oneri».
Che il tema sia rilevante lo dicono anche i numeri. Il Comune di Bologna spende complessivamente per il servizio circa 530 mila euro annui a fronte di entrate dagli utenti per circa 270 mila annui, con una copertura di fatto del 50 per cento. Che a Milano scende addirittura al 5% (53mila euro di introiti - destinati quest’anno a salire a 100mila - a fronte di un milione di costo). Ma a pagare il prezzo dell’incertezza sono soprattutto i piccoli comuni, specie montani, che a volte hanno un unico plesso scolastico per servire varie frazioni distanti tra loro parecchi chilometri. A invocare «una parola definitiva di chiarezza» è il presidente dell’Uncem, Marco Bussone, che ha chiesto a tutti i Comuni di approvare un ordine del giorno che impegni governo e Parlamento a legiferare sul tema. Se possibile al più presto.
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