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03/09/2019 - Ai dirigenti non serve l'ennesima riforma

tratto da Il Sole 24 Ore - 02 Settembre 2019

Ai dirigenti non serve l'ennesima riforma  

di Gaetano Scognamiglio e Francesco Verbaro - Il Sole 24 Ore - 02 Settembre 2019
È partita la ricerca che porterà alla decima edizione del rapporto sulla «Pa vista da chi la dirige», che Promo Pa realizza periodicamente per dare voce alle opinioni della dirigenza sullo stato di salute della pubblica amministrazione. Il nuovo rapporto, che si avvarrà del sostegno dell' associazione Classi dirigenti delle pubbliche amministrazioni e di quella degli Allievi Sna, si inserisce in un momento particolarmente delicato . Come infatti risulta dai risultati dell' ultima ricerca e dagli esiti dei recenti Stati Generali della Pa, organizzati dalle due Associazioni, le riforme di questi anni non hanno prodotto i risultati sperati , anche perché tutte figlie di una presunzione di colpa verso gli apparati pubblici.
Più che di un' ennesima riforma intestata al ministro di turno sarebbe necessario ora ricreare un clima di fiducia fra l' apparato pubblico e la politica e ridare dignità e motivazione alla stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici che fanno funzionare la complessa macchina dello Stato, pur in un contesto regolamentare caotico, penalizzante, instabile e ipertrofico , spesso principale causa delle tante inefficienze che l' opinione pubblica è invece portata ad addebitare alla burocrazia.
Il rapporto servirà anche a richiamare l' attenzione della classe politica sul tema , che sembra non interessare a nessuno in questo periodo di crisi a dimostrazione della scarsa attenzione alla sostanza dei problemi. Si respira quasi un clima di rassegnazione sulla possibilità di avere un' amministrazione moderna e di supporto alle sfide storiche del momento. Certo, anche la dirigenza deve fare la sua parte. Se non si vuole dare altro spazio a una legislazione sempre più di dettaglio e al ruolo di supplenza della magistratura, specie quella amministrativa, la dirigenza deve sapere svolgere il proprio ruolo e non rinunciare alla gestione.
Si è generato un clima di paura nei confronti della gestione e della discrezionalità amministrativa, erroneamente percepite come manifestazioni di potere e non di capacità manageriale. In questo quadro assumono un ruolo strategico la modalità di selezione del personale e la gestione degli uffici. Occorre cogliere l' occasione storica che vede la fuoriuscita di migliaia di unità di personale e la fine temporanea del blocco del turnover. La qualità del personale sarà determinante per il futuro della Pa. Soprattutto al Sud. Per questo il reclutamento della Pa non può più essere uno strumento per risolvere il problema della disoccupazione giovanile. Infine, la dirigenza comincia a soffrire della forte discontinuità dei governi e delle loro politiche. Le crisi continue generano incertezza ulteriore, che complica la programmazione.
Si tratta di un problema serio, forse strutturale per il sistema istituzionale italiano e che richiederebbe un approfondimento congiunto da parte dei vertici politici e amministrativi. Come programmare in contesti in cui all' incertezza economica, derivante da un' economia globale e digitale, occorre sommare l' incertezza politica, legislativa e amministrativa? Più che riforme specifiche servirebbe forse una riforma della governance, del sistema degli incarichi e dei modelli retributivi. L' ambizione è che la ricerca di PromoPa possa fornire informazioni e indicazioni utili a chi avrà il coraggio di osare e di cambiare le regole e la cultura, che hanno guidato in questi anni le pubbliche amministrazioni.
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