07/03/2019 - Comuni, semplificazioni in vista
Le bozze di linee guida per la riforma del Tuel. Revisori locali scelti su base provinciale
Comuni, semplificazioni in vista
Niente turnover, gestioni associate senza paletti, incentivi
Pagina a cura di Francesco Cerisano
Stop al turnover per le assunzioni a tempo indeterminato e ai limiti di spesa per le assunzioni a tempo determinato. Revisori dei conti nominati sulla base di un elenco provinciale. Contabilità economico-patrimoniale semplificata e con scadenze temporali differenziate per i piccoli comuni. Piani pluriennali sull'associazionismo per l'individuazione degli ambiti territoriali ottimali entro cui i piccoli comuni eserciteranno le funzioni in forma associata, ferma restando la possibilità per i mini-enti di mettersi insieme per gestire solo una parte dei servizi e delle attività che fanno capo a una funzione fondamentale. Superamento dell'obbligatorietà delle gestioni associate e delle soglie demografiche minime in modo da favorire aggregazioni non solo tra piccoli comuni ma anche tra centri piccoli e grandi. Differenziazione, semplificazione, responsabilità, autonomia. Sono queste le parole d'ordine delle bozze di linee guida sulla riforma del Tuel messe a punto dal Tavolo tecnico presso la Conferenza Stato-città, presieduto dal sottosegretario al ministero dell'interno Stefano Candiani.
I documenti costituiranno la base di lavoro per la predisposizione da parte del governo della delega alla riscrittura del Tuel, una delega che secondo Candiani dovrà essere attuata «in tempo molto brevi» in modo da evitare distonie temporali tra l'individuazione dei problemi e le loro soluzioni.
Le linee guida sulla semplificazione degli oneri e sull'associazionismo costituiscono due dei tre pilastri su cui si fonderà la riscrittura del Testo unico sugli enti locali. Il terzo sarà la riforma degli enti di area vasta e della legge Delrio su cui però l'intesa sembra essere più difficoltosa a causa delle divergenze che si respirano sul ruolo delle province e soprattutto delle città metropolitane (si veda l'intervista in pagina).
Semplificazione
Il leitmotiv sarà differenziare gli obblighi a carico dei piccoli comuni nella consapevolezza che non si possono imporre gli stessi adempimenti a un ente sotto i 5 mila abitanti e a una grande città, soprattutto quando si tratta di oneri informativi su cui un piccolo comune non può permettersi di far lavorare per settimane magari l'unico dipendente che ha in organico. Per questo, secondo il Tavolo tecnico, è essenziale razionalizzare gli adempimenti informativi in modo da eliminare le comunicazioni «ridondanti» e le duplicazioni di obblighi. Il nuovo Tuel dovrà consentire che a tale tipologia di oneri si possa adempiere anche in forma associata. E soprattutto, dovrà una volta per tutte diventare effettivo (e non solo restare una dichiarazione di principio) il divieto di chiedere informazioni già in possesso della pubblica amministrazione. L'accesso alle banche dati pubbliche dovrà essere gratuito o a condizione di favore per tutti gli enti locali. Come detto, in materia di personale sarà necessaria una semplificazione in materia di spesa e di oneri amministrativi connessi alle assunzioni, eliminando il turnover per le assunzioni a tempo indeterminato e i limiti di spesa per le assunzioni a tempo determinato, mantenendo unicamente i limiti generali di spesa del personale di cui all'art.1, commi 557 e 562 della legge n.296/2006.
Per gli enti in dissesto e pre-dissesto e per quelli strutturalmente deficitari i paletti alle assunzioni resteranno e saranno previste deroghe solo per l'assunzione di figure «essenziali» per l'ente.
Il tavolo tecnico presso il Viminale propone inoltre che i revisori degli enti locali vengano nominati sulla base di un elenco provinciale e che il presidente del collegio dei revisori sia scelto dal comune.
C'è poi il capitolo sulla semplificazione contabile per i piccoli comuni. Il Tavolo tecnico, oltre a una contabilità ad hoc per i mini-enti propone di accorpare alcuni adempimenti in materia di programmazione e gestione economico-finanziaria, consentendo che nel Documento unico di programmazione (Dup) possano essere inseriti gli allegati al bilancio di previsione in modo che con l'approvazione del Dup esoneri l'ente dalla necessità di adottare ulteriori deliberazioni. Completano l'elenco delle proposte la semplificazione della relazione di inizio mandato e l'esenzione per gli enti locali dal pagamento dell'imposta di registro sulle transazioni immobiliari. Anche gli adempimenti in materia di trasparenza dovranno essere razionalizzati attraverso il ricorso a schemi tipo con contenuti standard e alla gestione in forma associata.
Associazionismo
Il ruolo delle province sarà particolarmente incisivo in materia di associazionismo. Preso atto del fallimento degli obblighi di gestione associata (un fallimento certificato, seppur in modo parziale, anche dalla Consulta con la sentenza n. 33/2019 depositata il 4 marzo) che «non hanno avuto i riscontri attesi», il Tavolo presieduto da Candiani propone innanzitutto di rimuovere le soglie demografiche dei comuni che possono associarsi, in modo da consentire maggiore sinergia tra i comuni medio/piccoli e quelli più grandi. Va poi valutata la possibilità di gestire in forma associata solo una parte dei servizi e delle attività che fanno capo a una funzione fondamentale.
Nel nuovo progetto proposto dal Tavolo del Viminale, gli attori della gestione associata saranno le assemblee dei sindaci (nelle province) o le conferenze metropolitane (nelle città metropolitane). A loro il compito di approvare i piani triennali per l'individuazione degli ambiti territoriali ottimali e per lo svolgimento dell'esercizio associato delle funzioni comunali. In caso di mancata approvazione dei piani, dopo la diffida del prefetto, scatterà il potere sostitutivo della regione. Se invece sono i comuni ad essere inadempienti sarà lo stesso prefetto ad esercitare il potere sostitutivo.
I piani triennali dovranno individuare le funzioni comunali da gestire in forma associata, le forme associative prescelte (con una preferenza per le unioni) e la loro durata, i fabbisogni di personale e le risorse finanziarie e infine il sistema di incentivi e penalizzazioni che le regioni potranno erogare o applicare ai comuni. Gli incentivi andranno a premiare: la tipologia e la stabilità temporale delle forme associative, il numero e il tipo di funzioni e servizi svolti in forma associata, il numero di comuni aderenti, la dimensione demografica raggiunta. Al venir meno degli impegni presi i comuni andranno incontro a forme di penalizzazione.
Ruolo delle province
Nel disegno del nuovo Testo unico le province e le città metropolitane dovranno svolgere un fondamentale ruolo di raccordo con gli enti più piccoli a cui forniranno adeguato supporto tecnico e di personale in svariati campi, dalla digitalizzazione all'adempimento in forma associata degli obblighi informativi e di controllo. In particolare l'aiuto ai piccoli comuni dalle province potrà riguardare: l'anagrafe delle prestazioni, la comunicazione dei dati relativi ai contratti pubblici, la raccolta e l'aggregazione di dati reperibili da siti istituzionali.