09-02/2019 - Servizi pubblici in house: sì, se fa risparmiare l'ente
Precisazione della Corte dei conti sull'esternalizzazione
Servizi pubblici in house: sì, se fa risparmiare l'ente
Italia Oggi - 08 Febbraio 2019
La scelta di ricorrere all' affidamento in house di servizi pubblici locali deve rispondere a programmate scelte di convenienza organizzativa e di risparmi sulla spesa corrente. Lo ha precisato la Corte dei conti, sezione regionale di controllo per la Valle d' Aosta, con la deliberazione n. 2/2019/Frg del 30 gennaio 2019 che affronta il tema della costituzione delle società in house a livello locale e delle verifiche necessarie e propedeutiche alla costituzione di queste società. Per i magistrati contabili si tratta di argomento delicato perché l' affidamento dei servizi a società in house costituisce (e ha costituito) motivo di incertezza nella gestione delle risorse erariali e regionali, anche con riguardo a settori sensibili e di forte impatto sulla tenuta dei bilanci pubblici (controllo spesa corrente).
Il caso esaminato riguardava la Società di servizi Valle d' Aosta spa di cui è stata valutata la gestione sotto il profilo della legittimità e regolarità, con specifico riferimento ai contratti di servizio stipulati con la Regione Valle d' Aosta nel periodo 2013-2017. La Corte ha precisato, preliminarmente e in via generale, che «le ragioni della costituzione (e del conseguente affidamento ad essa di servizi pubblici) di una società in house vanno puntualmente rinvenute nella convenienza di tale opzione organizzativa sul piano del rapporto costi-benefici, da porre in relazione con i servizi da erogare e la qualità attesa, in uno con l' auspicabile compressione delle strutture di costo, anche derivanti dalla voce del personale».
La delibera evidenzia che la decisione dell' amministrazione di ricorrere all' outsourcing si rivela scelta strategica, che deve però necessariamente risultare basata su una visione e una prospettiva integrata di medio-lungo periodo, insensibile alle contingenze del tempo della sua adozione e saldamente ancorata a valutazioni e analisi di durata.
L' adozione di strategie di esternalizzazione è, in linea di principio, diretta al conseguimento di benefici potenziali in termini di riduzione dei costi, innalzamento della qualità dei servizi offerti a parità di costo, reperimento sul mercato di skills indisponibili all' interno dell' ente, maggiore flessibilità, maggiore concentrazione di risorse umane e investimenti sulle attività ritenute strategiche. Nel caso di specie, però, la costituzione della società oggetto dell' esame, nella sua vocazione funzionale resa palese dal contenuto dal «programma» statutario, si è venuta arricchendo di contenuti sempre nuovi ed eterogenei, con «estensioni» dell' oggetto sociale non sempre in linea con la mission tendenzialmente unitaria che un organismo societario dovrebbe perseguire.
Dall' istruttoria svolta, infatti, non sono emersi, dicono i giudici, elementi tali da evidenziare «una lettura strategica e di programma nella scelta di costituire la società quanto, piuttosto, la volontà di superare l' impasse segnato dall' approvazione di norme che avrebbero pesantemente inciso sulle politiche assunzionali e di bilancio della Regione». Tutto ciò «frustra la fisiologica (e auspicata) tendenza programmatoria di qualsiasi scelta strategica, appiattendo le determinazioni dell' amministrazione su logiche emergenziali e di conflitto».