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19/12/2019 - Concessioni demaniali marittime: stop alle proroghe

tratto da lapostadelsindaco.it
Concessioni demaniali marittime: stop alle proroghe
La Rivista del Sindaco  19/12/2019 Approfondimenti
Non risultando legittimo il ricorso alle proroghe automatiche in favore dei precedenti proprietari, per quanto riguarda il rilascio di una nuova concessione di un bene demaniale marittimo, la pubblica amministrazione è sempre tenuta a stabilire un bando di evidenza pubblica, seguendo i vari principi euro-unitari di imparzialità, par-condicio e trasparenza.
La stessa disposizione dell’articolo 1, comma 683, legge 145/18 emessa con la legge di bilancio 2019, al fine di estendere l’efficacia delle proroghe delle concessioni in essere fino al 2033, non risulta osservante dei Principi comunitari che la Corte di Giustizia Europea ha fissato con la sentenza del 14 luglio 2016. Tale sentenza aveva già cassato la precedente normativa italiana, sempre emessa in contrasto con l’ordinamento dell’Unione Europea.
Tale norma nazionale in conflitto con quella sovraordinata comunitaria dovrà quindi essere disapplicata tanto dal giudice, quanto dal dirigente della PA, con la conseguenza dell’obbligo di organizzare una gara per l’assegnamento delle concessioni in scadenza. In caso contrario, la procedura di assegnamento sarà soggetta a un vizio di illegittimità, che potrebbe portare all’annullamento del provvedimento se confermato dal giudice competente.
Un principio che arriva a rifiutare la recente normativa italiana, confermato anche dalla sentenza emessa dal Consiglio di Stato (n. 7874/2019), che conferma il diritto nazionale come subordinato a quello euro-unitale, anche alla luce della sentenza sul Caso Granital (170/84) della Corte Costituzionale.
Dopo la previsione normativa espressa con la legge di bilancio 2019, che permetteva ai comuni di emettere una proroga per le concessioni demaniali marittime senza dover organizzare le richieste procedure concorsuali (in spregio dei pronunciamenti emessi dalla Corte di Giustizia), non ci si aspettava di certo una simile sentenza. Il legislatore italiano consentendo le proroghe demaniali automatiche è entrato in contrasto con la prevalente normativa europea, che seguendo i principi generali della par condicio, tenta di appianare la discriminazione e tutelare la concorrenza, che l’attuale stato delle cose non teneva in considerazione. Da questo deriva la sentenza del Consiglio di Stato, che chiarisce come tale proroga è illegittima e se attuata, dovrà essere disapplicata in sede processuale dal giudice, ma anche dal dirigente e funzionario pubblico.
Articolo di Massimo Chiappa
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