02/12/2019 - Accesso civico - Un velo sulle prove dei concorsi pubblici
tratto da Italia Oggi - 29 Novembre 2019
Accesso civico - Un velo sulle prove dei concorsi pubblici
di ANTONIO CICCIA MESSINA - Italia Oggi - 29 Novembre 2019
Velo sulle prove dei concorsi pubblici, sui verbali di correzione dei compiti e sui curriculum dei candidati. Non si applica, infatti, l' accesso civico generalizzato (previsto dalla norme sul Foia italiano, articoli 5 e 5-bis del dlgs 33/2013): questo il parere n. 200 del 7 novembre 2019 del garante della privacy, che ha confermato la decisione di una università di negare a una persona l' accesso civico generalizzato agli elaborati scritti, ai verbali di correzione e ai curricula dei partecipanti a un concorso pubblico. La legge, spiega il garante, blocca l' accesso civico se questo può nuocere in concreto alla tutela dei dati personali dei partecipanti stessi. Il garante ricorda che con l' accesso civico chiunque può ottenere i dati e usarli liberamente. Un po' troppo soprattutto per un curriculum e per l' elaborato scritto.
Non consentendo l' accesso civico ai curricula e agli elaborati scritti, prosegue il parere, si deve negare l' accesso civico anche ai loro verbali di correzione. E peraltro non si possono nemmeno fornire i documenti, bianchettando qua e là: la presenza nei curricula di dati e informazioni dettagliate degli interessati, nota il garante, rende particolarmente difficile, se non impossibile, l' anonimizzazione del documento, mentre il fatto che l' elaborato scritto sia redatto di proprio pugno può rendere possibile la re-identificazione a posteriori del candidato.
Lo sbarramento all' accesso civico generalizzato non blocca, però, la strada a quei concorrenti che chiedono copia degli atti di altri candidati invocando un loro specifico diritto ai sensi delle norme sull' accesso documentale (articoli 22 e seguenti della legge 241/1990). Il Foia ha, dunque, una sua nicchia di applicazione e non può aprire le porte alla divulgazione delle informazioni sui cittadini. Ci sono, infatti, molti tipi di accesso e i cittadini devono usare quello appropriato agli scopi di volta in volta perseguiti, rispettando i limiti previsti anche a tutela dell' interesse privato alla riservatezza.