04/04/2019 - Servizi cimiteriali, l'accesso civico non si può rifiutare
Servizi cimiteriali, l'accesso civico non si può rifiutare
di Dario Ferrara
Impossibile restare in silenzio di fronte alla domanda del cittadino che chiede trasparenza sul loculo dove è sepolto il padre. Entro trenta giorni il comune deve esibire sia il regolamento delle concessioni nel cimitero sia il relativo registro alla persona che punta all'assegnazione definitiva. E ciò perché l'amministrazione locale avrebbe dovuto già riconoscere l'accesso civico chiesto via Pec da parte dell'uomo, che ha interesse a verificare l'effettiva disponibilità giuridica del loculo. È quanto emerge dalla sentenza 549/19, pubblicata dalla terza sezione della sede di Catania del Tar Sicilia. Secondo i giudici è illegittima la condotta inerte serbata dall'ente locale, che neppure si costituisce in giudizio, mentre la posta elettronica all'ufficio competente risulta inviata a circa sei mesi dal funerale del padre, quando la salma è stata inumata. Eppure l'articolo 32 della legge 69/2009 parla chiaro: le delibere del comune con cui sono approvati i regolamenti devono essere pubblicati sull'albo digitale dell'ente: la disponibilità del documento sul sito web dell'amministrazione assolve all'obbligo di pubblicità legale. Il che nella specie non è avvenuto. L'accesso civico al regolamento è motivato dal cittadino con la necessità di fare chiarezza sulla situazione del loculo del padre: la parte deve poter predisporre memorie partecipative e controdeduzioni; insomma: risulta dimostrato un interesse proprio, concreto e attuale alla conoscenza dei documenti che riguardano il caro estinto.