02/08/2019 - Consulenti, occhio agli stipendi - Una retribuzione mensile può essere considerata elusiva
tratto da Italia Oggi
Vademecum Corte conti Veneto sugli errori che rischiano di far scattare il danno erariale
Consulenti, occhio agli stipendi - Una retribuzione mensile può essere considerata elusiva
di Matteo Barbero
Altolà della magistratura contabile per i consulenti delle p.a. retribuiti su base mensile: tale modalità sebbene non vietata dalla legge, potrebbe essere considerata come elusiva, celando un rapporto di lavoro di natura subordinata.
A dedicare un corposo vademecum al tema, sempre attuale nell'ottica del contenimento delle spese pubbliche, è la sezione regionale di controllo per il Veneto, che in due recenti deliberazioni (la n. 114 e la n. 159 del 2019, relatore Tiziano Tessaro) ha descritto con dovizia di particolari il percorso corretto da seguire nel reclutamento e gli errori da non commettere per evitare di essere chiamati a rispondere di danno erariale. Il lavoro, infatti, muove da un'analisi sul campo effettuata tramite controlli a campione e quindi offre spunti molto interessanti per tutti gli operatori.
Uno dei punti chiave riguarda proprio la puntuale definizione dei casi in cui è legittimo avvalersi di simili professionalità.
La materia è regolamentata dall'art. 7, comma 6, del dlgs 165/2001, il quale ammette tale possibilità solo in presenza di specifiche esigenze cui non è possibile far fronte con personale in servizio, con conseguente necessità di individuare esperti di particolare e comprovata specializzazione anche universitaria (ovvero professionisti iscritti in ordini o albi o con soggetti che operino nel campo dell'arte, dello spettacolo, dei mestieri artigianali o dell'attività informatica nonché a supporto dell'attività didattica e di ricerca).
Pertanto, da un lato, l'amministrazione deve avere preliminarmente accertato l'impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno, dall'altro la prestazione deve essere di natura temporanea e altamente qualificata. In altri termini, non è ammesso sostituire con questa procedura carenze di organico, cui occorre far fronte mediante le ordinarie procedure assunzionali. In questo contesto, è evidente che un consulente pagato a mese, magari tramite un vero e proprio cedolino, può facilmente suscitare sospetti, spese se sussistono ulteriori indizi di subordinazione (ad esempio, obbligo di segnalare la presenza in ufficio, disponibilità di una postazione fissa ecc.).
La Corte opera una forte stretta anche sulle procedure di selezione, che devono essere quasi sempre comparative e quindi prevedere un previo avviso pubblico. Affidamenti diretti sono ammessi in casi tassativi, in particolare in presenza di procedure concorsuali andare deserte, quando vi sia assoluta urgenza in relazione a precisi adempimenti da porre in essere o sia sopravvenuto un evento eccezionale, ovvero in caso di unicità della prestazione sotto il profilo soggettivo.
Nessuna deroga alla procedura aperta è consentita neppure per consulenze di importi modesti, non essendo applicabile la normativa del codice dei contratti. Si tratta di un altro punto chiave: è infatti necessario distinguere gli appalti di servizi, per i quali sotto la soglia dei 40 mila euro è ammesso l'affidamento diretto, dalle prestazioni altamente qualificate, che si configurano invece come contratti d'opera professionali.
Attenzione, infine, agli adempimenti pubblicitari previsti dal dlgs 33/2013 e a non dimenticare di chiedere il via libera dei revisori dei conti in base all'art. 1, comma 42, della l 311/2004.